Condannato a 5 anni e 8 mesi lo chef stalker arrestato a Capodanno

Tribunale – Ieri la sentenza L’avvocato di parte civile Giovanni LabateBagnoregio – (sil.co.) – E’ stato condannato alla pesante pena di 5 anni e 8 mesi in primo grado lo chef 45enne originario di Capodimonte, Pierluigi Canuzzi, accusato di stalking, calunnia, detenzione di stupefacenti e danneggiamento ai danni della sua ex fidanzata, oggi 26enne, e dell’ex suocero. L’accusa aveva chiesto sei anni. Finì agli arresti domiciliari col braccialetto a Capodanno del 2016 perché, per vendicarsi della giovane, le ha aveva messo in macchina della cocaina, facendola arrestare dai carabinieri. A padre e figlia, che si sono costituiti parte civile con l’avvocato Giovanni Labate, l’imputato dovrò versare inoltre una provvisionale rispettivamente di 3mila e 10mila euro, in vista di un più cospicuo risarcimento in sede civile.Il giudice Silvia Mattei, infine, ha disposto per l’uomo l’interdizione perpetua dai pubblici uffici oltre all’ulteriore pena accessoria dell’interdizione legale in sede di esecuzione pena. Il 45enne, difeso inizialmente dagli avvocati Fausto Barili e Carlo Taormina, è stato assistito nell’ultima fase del processo dagli avvocati Carlo Baccelli e Luigi Sini. “E’ il giusto epilogo di una vicenda che ha amareggiato e frustrato un intero nucleo familiare”, il commento a caldo del difensore di parte civile Giovanni Labate. “Un plauso va alla procura della repubblica e al comando dei carabinieri per come sono state svolte le indagini, particolarmente difficili perché l’imputato ha tentato di celarsi sotto mentite spoglie”, la conclusione del legale. A suo carico è giunto al rush finale davanti al giudice Giacomo Autizi un altro processo, per molestie, in cui la vittima è un’amica della ex, perseguitata con foto porno e insinuazioni velenose. Oggi, salvo imprevisti, la sentenza. Drammatica la deposizione della 26enne, sentita in aula il 3 marzo 2017.  Quando si sono conosciuti – anno scolastico 2008-2009 – lei era una studentessa minorenne dell’alberghiero di Bolsena, lui il professore di cucina. “Dopo la scuola mi ha assunta come cameriera nel suo ristorante di via Cardinal la Fontaine a Viterbo, poi in quello di Bolsena. Nel 2012 è andato a lavorare a Londra e ho tentato di chiudere. Ma mi ha detto che aveva il cancro e siamo tornati insieme”, ha spiegato la giovane al giudice Silvia Mattei.“Nel 2014 l’ho lasciato definitivamente ed è iniziata la persecuzione”, ha proseguito la 26enne. Fino all’arresto per droga nel settembre 2015, per cui si è ritrovata iscritta nel registro degli indagati per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. “Naturalmente è stata chiesta l’archiviazione”, ha precisato il pm Stefano D’Arma.Nel mezzo minacce telefoniche e via mail alla giovane, al nuovo fidanzato, a colleghi di lavoro, amici e familiari. Pneumatici forati, cassonetti dati alle fiamme sotto casa dei genitori mentre erano a messa la sera della vigilia di natale 2014. Quindi le accuse di trafficare droga e peggio. Perfino al padre. “A mio padre mandava foto nude di attrici porno con sopra la mia faccia, minacciando di pubblicare video pornografici. E sempre a mio padre una volta ha scritto ‘Che si prova ad avere una figlia tossica? Adesso sta con lo spacciatore. Se la prendono, buttano la chiave’. Tutto quello che era possibile per screditarmi, farmi chiudere col fidanzato, farmi perdere il lavoro”.Per un periodo si è rifugiata a Firenze a casa di una cugina. Poi è tornata ed è scattato l’arresto per droga. “Tornavo a casa da Orvieto dopo una giornata all’outlet Valdichiana e una cena a Lucignano col mio ragazzo. Poco prima di Bagnoregio mi hanno fermato i carabinieri che hanno trovato della cocaina in macchina. Mi hanno portato alla caserma di Montefiascone dove hanno trovato altra droga sotto il sedile. Mi hanno portato in ospedale a fare le analisi, che sono risultate negative”, ha detto con ancora la voce ritta dalla paura.Pochi giorni prima, la giovane aveva denunciato un tentativo di effrazione in auto, mentre lo chef – già pluridenunciato – si era recato dai carabinieri per fare una “soffiata”, denunciando a sua volta la ex come fosse una narcotrafficante. Troppo per non insospettire i militari che, coordinati dal pm D’Arma, lo hanno inchiodato alle sue responsabilità. Per l’accusa, era stato lui a comprare la cocaina a Roma e nasconderla sulla macchina della ex. The post Condannato a 5 anni e 8 mesi lo chef stalker arrestato a Capodanno appeared first on Tusciaweb.eu.

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