Maresciallo dei carabinieri condannato per violenza privata

Viterbo – Il tribunaleCapodimonte – Maresciallo dei carabinieri condannato a un anno di reclusione con sospensione della pena per violenza privata nei confronti di un imprenditore edile che gli stava ristrutturando casa.Si tratta dell’ex comandante della stazione di Capodimonte, finito sotto processo per estorsione e abusi edilizi in seguito a una lettera anonima inviata ai suoi superiori nel dicembre 2013 in cui veniva segnalato come andasse in divisa a fare acquisti per la sua casa in ristrutturazione. Il giudice Gateano Mautone, che lo ha giudicato col rito abbreviato condizionato all’audizione della presunta parte offesa, ha riqualificato in violenza privata l’accusa di estorsione, per la quale la procura aveva chiesto l’assoluzione, infliggendo all’imputato la condanna a un anno, mentre ha dichiarato estinta per prescrizione l’altro capo d’imputazione.Presunta vittima, un imprenditore edile d’origine calabrese che stava effettuando i lavori nell’abitazione dell’allora comandante, il quale, sentito in caserma, disse che siccome il maresciallo aveva scoperto che la sua ditta non era in regola, tra il 2012 e il 2014, lo aveva ricattato, costringendolo a ristrutturargli gratis la casa su due piani appena comprata al civico 4 di via Tripoli, a Marta. L’uomo, che non si è costituito parte civile al processo e non ha mai sporto denuncia, ha ritrattato: “Non è vero, il maresciallo non mi ha mai ricattato, mi sono inventato tutto. L’ho calunniato e me ne vergogno come un cane. Non posso stare con questo peso sul cuore”, ha detto al giudice durante l’udienza dello scorso 28 giugno. Sconcertato dall’inattesa condanna il difensore del militare, l’avvocato Remigio Sicilia che, nonostante la richiesta di assoluzione del pm, si è profuso in una lunga e sentita requisitoria, sottolineando come il maresciallo, per un’accusa nata da uno scritto anonimo, due anni fa sia stato sospeso dal servizio.“Non è vero che non mi ha pagato. Il maresciallo mi ha pagato in contanti per i lavori fatti, 6mila euro per quelli al pianoterra e 24mila euro per quelli al primo piano. La motivazione è perché l’ho pregato io di farlo. Mi ha fatto una cortesia”,  ha detto l’imprenditore.“Essendo protestato, non potevo avere conti correnti ma mi servivano contanti – ha proseguito – ai suoi superiori della compagnia di Montefiascone dissi che non mi aveva pagato perché stavo in difetto e avevo un grosso debito con il fornitore di Marta che mi faceva pressione per essere pagato. In più mi avevano chiuso un grosso cantiere a Capodimonte e avevo scoperto che mio figlio appena nato era down”. “Nessuna estorsione. Con me il maresciallo si è alterato solo perché i lavori non andavano avanti. Quando ha saputo che stavo con la testa altrove perché mio figlio neonato era malato, mi ha aiutato, mi ha messo in contatto con delle persone e mi è stato molto vicino. Per questo ritratto. L’ho calunniato e me ne vergogno come un cane. Io e mia moglie ci vergogniamo. Non posso stare con questo peso sul cuore. Gli ho anche scritto una lettera, volevo attaccargliela sul vetro della macchina, poi per fortuna l’ho incontrato e gliel’ho data”. Silvana Cortignani The post Maresciallo dei carabinieri condannato per violenza privata appeared first on Tusciaweb.eu.

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