Pang voleva aprire un'attività a Viterbo

2019-05-07VITERBO - (b.b.) Una stanza spoglia. Qualche vestito, pochi oggetti personali e nemmeno una fotografia della sua famiglia, dei suoi amici, lasciati a migliaia di chilometri da qui, a Overland Park nel Kansas. All’interno del bed and breakfast in cui Michael Aaron Pang alloggiava a Capodimonte non c’era nulla che potesse spiegare la sua presenza in Italia e nella Tuscia.
Resta quindi ancora tutta avvolta nel mistero la vita del 22enne in carcere da sabato scorso con l’accusa di aver ucciso a colpi di sgabello il commerciante Norveo Fedeli, storico proprietario dell’omonima boutique di jeans e di averlo rapinato, una volta lasciato a terra in un lago di sangue.
Questa mattina, dopo circa 70 ore trascorse all’interno di una cella, la prima uscita di Pang: arriverà in tribunale per essere ascoltato dal gip Savina Poli. Vuole parlare, vuole raccontare la sua versione, la sua verità, dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere nei minuti immediatamente successivi al fermo.
''E’ provato – ha spiegato il suo avvocato Remigio Sicilia – ed è solo. Qui non ha nessuno e non parla neppure una parola di italiano. Abbiamo contattato la sua famiglia negli Stati Uniti: abbiamo parlato con la madre. Sapeva del fermo del figlio, ma non dell’accusa che le autorità gli muovono. È una donna distrutta, ovviamente''.
Oggi spaesato e provato, il 22enne Pang sarebbe arrivato nel capoluogo viterbese e in particolare in via San Luca, luogo del delitto, un paio di mesi fa perché intenzionato ad aprire un’attività commerciale: ''Ha detto di voler avviare un’attività proprio nelle vicinanze della boutique di Fedeli – ha proseguito il legale Sicilia – anche se non sappiamo di che tipo. Ogni mattina arrivava a Viterbo con il pullman da Capodimonte per programmarne l’apertura: avrebbe investito tempo e denaro in questo progetto''.
E proprio sul pullman sarebbe salito una volta compiuto l’atroce delitto, venerdì, poco dopo l’ora di pranzo. Accusato di omicidio e rapina, questa mattina comparirà davanti al gip.
Intanto la famiglia Fedeli, all’indomani dell’ultimo saluto a Norveo in una basilica di San Francesco gremita di autorità e cittadini, rompe il silenzio attraverso l’avvocato Fausto Barili: ''Siamo consapevoli dell’ottimo lavoro che sta svolgendo la Procura, che consentirà di fare chiarezza sulla dinamica del fatto: confidiamo nella giustizia''.

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