“Il maresciallo non mi ha mai ricattato, mi sono inventato tutto”

Viterbo – TribunaleL’avvocato Remigio SiciliaCapodimonte – Accusa il comandante della stazione dei carabinieri di Capodimonte di estorsione ma al processo nega tutto e adesso rischia di finire a sua volta sotto processo per calunnia o falsa testimonianza.Quattro anni fa, la presunta vittima, un imprenditore edile d’origine calabrese, ai militari della compagnia di Montefiascone ha raccontato che siccome il maresciallo aveva scoperto che la sua ditta non era in regola, tra il 2012 e il 2014, lo aveva ricattato, costringendolo a ristrutturargli gratis la casa su due piani appena comprata al civico 4 di via Tripoli, a Marta. “Non è vero, il maresciallo non mi ha mai ricattato, mi sono inventato tutto. L’ho calunniato e me ne vergogno come un cane. Non posso stare con questo peso sul cuore”, ha detto ieri in aula, ritrattando ogni parola, al giudice Gaetano Mautone, davanti al quale è in corso il processo col rito abbreviato al militare. L’ex comandante di Capodimonte, nel frattempo sospeso dal servizio,  oltre al processo in corso a Viterbo, ha sulle spalle anche un procedimento archiviato dal tribunale militare, che deve ancora decidere sull’ulteriore accusa di peculato in quanto, sempre secondo il calabrese, avrebbe indossato la divisa e usato l’auto di servizio fuori del lavoro. La presunta vittima, che aveva già parzialmente ritrattato durante un drammatico interrogatorio poi interrotto davanti al gup Savina Poli,  consapevole dei rischi, si è presentata in aula scortata da un legale, l’avvocato Domenico Gorziglia. Il giudice, com’era prevedibile, sentita la testimonianza, ha rinviato gli atti alla procura per le eventuali imputazioni del caso.“Non è vero che non mi ha pagato. Il maresciallo mi ha pagato in contanti per i lavori fatti, 6mila euro per quelli al pianoterra e 24mila euro per quelli al primo piano. La motivazione è perché l’ho pregato io di farlo. Mi ha fatto una cortesia”,  ha detto l’imprenditore. “Essendo protestato, non potevo avere conti correnti ma mi servivano contanti – ha proseguito – ai suoi superiori della compagnia di Montefiascone dissi che non mi aveva pagato perché stavo in difetto e avevo un grosso debito con il fornitore di Marta che mi faceva pressione per essere pagato. In più mi avevano chiuso un grosso cantiere a Capodimonte e avevo scoperto che mio figlio appena nato era down”, ha esordito, rispondendo alle domande della pm, del giudice e del difensore Remigio Sicilia. “Non ci sono ricevute fiscali e fatture dei soldi presi, ma annotavo gli acconti che mi dava. Gli dissi che, per farlo scaricare, in qualche modo avrei sistemato la cosa, rinnovellando in seguito la procedura di pagamento. Ma poi mi sono indebitato di più e quando mi hanno sentito, due volte i carabinieri e una il procuratore, volevo dire la verità, ma stavo sotto un treno”.“Nessuna estorsione. Con me il maresciallo si è alterato solo perché i lavori non andavano avanti. Quando ha saputo che stavo con la testa altrove perché mio figlio neonato era malato, mi ha aiutato, mi ha messo in contato con delle persone e mi è stato molto vicino. Per questo ritratto. L’ho calunniato e me ne vergogno come un cane. Io e mia moglie ci vergogniamo. Non posso stare con questo peso sul cuore. Gli ho anche scritto una lettera, volevo attaccargliela sul vetro della macchina, poi per fortuna l’ho incontrato e gliel’ho data”. C’è però ancora un nodo da sciogliere. L’imprenditore aveva anche negato che fosse sua la firma – prima il nome e poi il cognome – sulla Scia presentata al Comune di Marta: “E’ vero, io di solito metto prima il cognome e poi il nome, perché ho fatto solo fino alla quarta elementare. Ma poi mi sono ricordato che quella volta ero stato corretto dal geometra e avevo firmato col nome prima”.Alla luce dell’ultima ritrattazione, la sorte del maresciallo resta per ora appesa a una consulenza calligrafica. Il giudice Mautone, per togliere ogni dubbio, ha infatti disposto una perizia sulla firma, affidata alla grafologa Tiziana Agnitelli, che dovrà stabilire se l’imprenditore mente oppure dice la verità. Il 21 settembre si torna in aula per sentire quale sarà il “verdetto” della consulente e la sentenza. Silvana CortignaniArticoli: Ex comandante dei carabinieri a processo per estorsione, sì all’abbreviato– Ex comandante di stazione a processo per estorsioneThe post “Il maresciallo non mi ha mai ricattato, mi sono inventato tutto” appeared first on Tusciaweb.eu.

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