Da Gennaio senz'acqua, ma la bolletta aumenta uguale

Lazio, da gennaio in migliaia senza acqua
Niente più deroghe ai valori di arsenico
Dopo tre proroghe, Bruxelles ha detto basta e in alcune decine di comuni della Regione dovrà scattare il divieto, da Bomarzo a Tarquinia. I sindaci saranno costretti a far arrivare ogni giorno i irifornimenti con autocisterne e autobotti
http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/12/29/news/lazio_da_gennaio_in_mi...

Ostriche e champagne per la casta, acqua all'arsenico per la gente normale. Per un'amara coincidenza

nello stesso giorno in cui l'ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio Franco Fiorito lascia il carcere, arriva l'annuncio che qualche decina di migliaia di abitanti del Lazio dal primo gennaio dovrà tenere chiusi i rubinetti di casa. Il 31 dicembre 2012, avvisa una nota di Legambiente, scadono infatti tutte le possibilità di ulteriori proroghe per le deroghe ai parametri delle acque potabili stabiliti dalla legge e l'unica regione che non riuscirà a ripristinare i valori, in particolare per l'arsenico (e in misura minore per i floruri) entro la scadenza è il Lazio. In realtà era stata chiesta una terza deroga, che avrebbe esteso il tempo necessario a risolvere l'emergenza all'assurda durata di 12 anni, ma Bruxelles ha detto stop. Per questo con l'arrivo del 2013 i cittadini dei comuni coinvolti verranno applicate pesanti ordinanze che limiteranno l'uso dell'acqua potabile, come il divieto a berla, utilizzarla per lavarsi i denti o per l'industria alimentare.

Della lista fanno parte soprattutto municipi del viterbese e delle altre zone di origine vulcanica della regione (Castelli Romani e una parte della provincia di Latina) visto che a parziale consolazione va detto che se non altro quello da arsenico è un inquinamento di origine naturale. Nell'elenco di Legambiente, per quanto riguarda in particolare il viterbese, figurano i nomi di Blera, Bomarzo, Capranica, Caprarola, Civita Castellana, Montalto di Castro, Orte, Montefiascone, Tarquinia e, ironia della sorte, anche Nepi, rinomata località di acque minerali.

VAI ALL'ELENCO COMPLETO

La denuncia di Legambiente si basa sui dati forniti dall'Agenzia regionale per l'ambiente e sulle indicazioni dell'Istituto superiore di sanità. La Regione Lazio, ricorda l'associazione, aveva richiesto ed ottenuto dalla Comunità europea provvedimenti di deroga per il triennio 2010-2012 per una popolazione che, allo stato della richiesta, per l'arsenico interessava 788.312 abitanti in 86 comuni, afferenti alla provincia di Viterbo (294.306 abitanti, 54 comuni), Latina (283.642, 9 Comuni) e Roma (210.364, 23 Comuni).

"Le deroghe, inizialmente previste solo come misura transitoria, sono diventate purtroppo un espediente per non fare i necessari interventi di potabilizzazione - accusa Giorgio Zampetti, responsabile scientifico Legambiente - Dopo dieci anni dall'entrata in vigore della legge e a due dalla bocciatura dell'Unione Europea, in diverse regioni il problema è stato risolto, l'unica inadempiente è il Lazio".

Legambiente chiede che "siano date subito informazioni alle persone e alle associazioni" e il varo di "un piano immediato per garantire almeno l'accesso ai 5/6 litri di acqua al giorno per abitante che l'Istituto Superiore di Sanità fissa come limite adeguato di approvvigionamento", azioni per le quali "serve un impegno immediato anche da parte di chi si candida a governare la Regione". Un piano d'emergenza indispensabile, ma dai costi molto ingenti visto che si tratta di portare quotidianamente con autobotti e autocisterne questi enormi quantitativi di acqua in giro per diverse decine di municipi.

Adeguare la rete idrica ai parametri di arsenico legali non richiede investimenti particolarmente ingenti o interventi finanziari molto onorosi. Si tratta di inserire alla testa degli acquedeotti dei "dearsenificatori" dal costo di qualche decina di migliaia di euro. La responsabilità del disastro è naturalmente in primo luogo dei sindaci, ma un ruolo chiave lo ha svolto ancher l'ex presidente della Regione Lazio Renata Polverini che nel 2011 si è fatta nominare commissaria per l'emergenza arsenico nella regione. "Il suo piano ha preso in considerazione solo la situazione nei Comuni che sforavano i valori di 20 milligrammi litro, mentre da quest'anno il limite del divieto è sceso di 10 milligrammi litro", denuncia il presidente di Legambiente Lazio Lorenzo Parlati. "Ora, per ammissione della stessa Regione, la situazione dei comuni fuorilegge tra gare d'appalto e lavori non potrà essere sanata prima del 2014", dice ancora Parlati.

(29 dicembre 2012)

Aggiungi un commento