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Viterbo – Arriva al tetto il sogno di Aly e don Franco. Un centro sanitario in Senegal laddove non c’era mai stato. Finanziato, mattone dopo mattone, da un gruppo di persone che ruota attorno all’eremo di San Francesco a Valentano gestito da don Franco.Il primo è musulmano, il secondo cristiano, un prete. Insieme, Aly Ndoye e don Franco Magalotti, e assieme a loro altri, hanno costruito un centro sanitario in Senegal. In mezzo al deserto. A Bargua, 200 chilometri dalla capitale Dakar. Otto villaggi per duemila abitanti in tutto. Niente strade, niente servizi di prima necessità. Nulla. Perché anche qui, nei secoli, l’occidente ha fatto di tutto per privarli di ogni cosa.Multimedia – Fotogallery: I lavori per la costruzione del centro sanitario – La realizzazione dei progetti a Bargua in Senegal – Video: Il centro sanitario a un passo dalla conclusione – La costruzione del centro sanitarioTra un paio di mesi il centro sanitario sarà pronto. E chi vuole potrà contattare don Franco per fare volontariato da quelle parti. Serve personale sanitario, medici e infermieri. “Accanto al centro – spiegano Aly Ndoye e don Franco Magalotti – verranno costruiti anche tre mini appartamenti per ospitare i volontari”. Il villaggio è come ve lo immaginate. E la vita, per chi da questa parte del mediterraneo se la immaginasse bucolica, non è affatto semplice. Finché non ci sarà il centro, l’ospedale più vicino è a 40 chilometri. Raggiungibile con un carretto trainato da un cavallo.Viterbo – Aly Ndoye e don Franco MagalottiSenegal – La costruzione del centro sanitario“Il centro sanitario – dicono Ndoye e Magalotti – disporrà di 800 metri quadrati di superficie e 1600 di terreno attorno. Sette stanze, due bagni e una sala riunioni. Delle sette stanze, quattro saranno destinate ai ricoveri, una a spogliatoio, una a ufficio e l’ultima a sala s’attesa. Potrà ospitare venti persone in tutto. Ma la cosa fondamentale saranno il primo soccorso e la sala parto. In una zona con un’alta mortalità infantile. Appena abbiamo cominciato a costruirlo le donne del villaggio hanno invece iniziato a presidiarlo”. Tanto è importante. Le testimonianze video raccontano anche questo. “Serve ancora uno sforzo – proseguono i due -, l’acquisto delle attrezzature sanitarie”.Il centro sanitario fa infine parte di un progetto più ampio, finanziato sempre dal gruppo di don Franco. Il centro era il terzo punto all’ordine del giorno. I primi due sono già stati realizzati per intero. Portare l’acqua al villaggio e l’acquisto di un trattore per coltivare il coltivabile nel migliore di modi possibile.Valentano – Don Franco MagalottiSenegal – La costruzione del centro sanitarioIl centro è costato finora 30 mila euro. Inviati tutti in Senegal e diventati in breve tempo cosa concreta. I soldi li ha raccolti don Franco prete operaio vicino, un tempo, ai movimenti guerriglieri dell’America Latina. Tra la fine degli anni settanta e gli ottanta sostenne concretamente quella sandinista in Nicaragua, legato al movimento della teologia della liberazione, riuscendo inoltre a far liberare politici e sindacalisti dalle galere delle dittature sudamericane. Don Franco, parrocchia delle Fontane a Capodimonte, è stato infine punto di riferimento per le battaglie contro il nucleare in Italia.Finita quella stagione, don Franco ha stretto attorno a sé un gruppo di persone che dà sostegno a gente che ne ha bisogno. A un certo punto Aly Ndoye, fratello del sindaco di Bargua Moudo Ndoye, ha conosciuto il prete di Capodimonte che all’inizio lo ha aiutato a raccogliere vestiti e altro da riportare in Senegal. I viaggi di Aly sono poi proseguiti, ospitato ogni volta in casa di altri senegalesi qui a Viterbo. A un certo punto, l’idea di realizzare un progetto direttamente a Bargua. Il progetto di cui si è parlato. Un sacerdote e un musulmano. Un prete che si dimostra anche cristiano.Chiunque volesse dare il suo contributo, anche come volontario, prenda contatto con don Franco scrivendogli all’indirizzo mail eremos.francesco@gmail.com.Daniele CamilliThe post “Appena abbiamo iniziato a costruirlo, le donne lo hanno subito presidiato” appeared first on Tusciaweb.eu.
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