Il pronto soccorso di BelcolleViterbo – (sil. co.) – “Muovetevi coglioni vagabondi”. Così avrebbe apostrofato due infermieri del pronto soccorso di Belcolle il parente di un’anziana, a processo per lesioni aggravate, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale davanti al giudice Elisabetta Massini. Parti civili i sanitari.Sul banco degli imputati Roberto Caponeri, che nel 2014 scrisse una lettera a Tusciaweb denunciando quello che secondo lui era l’ennesimo caso di malasanità. Una disavventura capitata al pronto soccorso di Belcolle verso l’una del 21 aprile, giorno di Pasquetta.Ieri sono stati sentiti in aula alcuni colleghi delle presunte vittime. Uno non avrebbe assistito nè a minacce, nè ad aggressioni fisiche. “Ma ho sentito l’imputato dire ‘muovetevi coglioni vagabondi’”.Più pesante la testimonianza di un infermiere impegnato alla breve osservazione, richiamato dalle urla: “Non le consuete urla di dolore o di protesta”.“C’era il parente di un’anziana che inveiva contro un infermiere. Poi ha dato una spallata alla collega, che faceva semplicemente il suo lavoro. Quindi l’ha percossa in maniera plateale, prendedola per il braccio che lei teneva alzato i dicendogli col dito di uscire e storcendoglielo”.Alla domanda, se i parenti possano restare nella sala triage, ha risposto: “Solo se sono d’aiuto, per tenere tranquillo il paziente o per l’anamnesi. Ma l’imputato non era d’aiuto, era d’intralcio”.Quindi ha rincarato la dose: “L’assegnazione del codice è una fase delicata, ci vuole il massimo di attenzione. Lui impediva il triahge e il controllo degli altri pazienti. Le questioni di privacy, inoltre, erano evidenti. L’uomo era il catalizzatore di attenzioni, con pazienti che avevano i monitor attaccati”.Al centro della vicenda l’improvviso malore occorso alla madre 94enne di Caponeri, mentre era in auto con il figlio, la nuora e altri due familiari, diretti verso il lago di Bolsena per pranzare a Capodimonte il lunedì di pasqua.Fatta immediatamente inversione, temendo che la poveretta non arrivasse viva, si sono precipitati al pronto soccorso.L’imputato, avendo visto un cartello (finito nel fascicolo del processo) dove si parlava di “un accompagnatore”, ritenendo di averne diritto, avrebbe preteso di restare all’interno con la madre ultranovantenne, che invitandolo a restarle vicino, non gli lasciava la mano.Il personale lo avrebbe invitato ad allontanarsi: “Altrimenti non ci permette di prestare le cure a sua madre”. Il seguito è al centro del processo, che riprenderà il prossimo 24 maggio. The post “Muovetevi coglioni vagabondi” appeared first on Tusciaweb.eu.
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