  
                                                Situla di                                          bronzo proveniente dalla necropoli delle                                          Bucacce (Museo Gregoriano etrusco) | 
 
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                                                Reperti provenienti dalla                                         necropoli delle Bucacce. Bolsena, Museo territoriale (1) | 
 
 
 
  
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 L'antica città             etrusca lasciò il posto nel V sec. A.C., in seguito all'occupazione             romana,  alla nuova città di Visentum, che sarà  municipio della             tribù Sabatina, per essere poi nuovamente distrutta al tempo delle             invasioni barbariche. I suoi importantissimi ritrovamenti sono oggi             conservati nei musei di tutto il mondo (da New York a Chicago, da             Parigi a Copenaghen…). In Italia ricordiamo soprattutto il museo di             Villa Giulia a Roma, il museo Etrusco Gregoriano in Vaticano, nonché             i musei archeologici di Firenze e di Viterbo (Rocca Albornoz).              
Di grande rilievo i             reperti provenienti dalle necropoli delle Bucacce e di Olmo Bello:              da quest’ultima in particolare emerse un carrello per incensiere in             bronzo, databile all'inizio del VII sec. A.C., decorato con figure             plastiche rappresentanti guerrieri, animali, un’aratura e scene di             caccia, oggi conservato a Villa Giulia a Roma.  
Altro reperto cui è             legata la fama di Bisenzio, pure a Villa Giulia e sempre dalla             necropoli di Olmo Bello, è una situla in bronzo risalente alla fine             dell’VIII sec. a.C. Al centro del coperchio è raffigurato un mostro             incatenato – una sorta di animale fantastico seduto sul vertice –             intorno al quale danzano guerrieri (o cacciatori) nudi itifallici             disposti in circolo in due gruppi concentrici: il primo direttamente             sul coperchio, il secondo - ben più ampio - più in basso, sul dorso             dell’anfora. Difficile pensare che si tratti di cacciatori che             esultano per la cattura della preda, o di guerrieri che festeggiano             la vittoria su un improbabile nemico. Si potrebbe pensare a una scena             rituale, una sorta di cerimonia o celebrazione legata ad un qualche             culto che non conosciamo. Una curiosità: dagli scavi di Bisenzio è             emersa anche una dentiera d’oro, testimonianza della grande abilità             degli etruschi nella realizzazione di protesi dentarie, come peraltro             documentato da numerosi altri reperti.  
  
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