2019-08-11Riceviamo e pubblichiamo da Angelo Bertea, presidente Associazione Bolsena Lago d’Europa (BLEU), un breve resoconto dell'incontro tra il sig. Righini, della Itw-Lkw, e la popolazione di Castel Giorgio, avvenuto il 5 agosto presso la trattoria ''La baracca'' di Castel Giorgio
BOLSENA - Alla presenza di circa 10 persone, presumibilmente abitanti di Castel Giorgio, e di una ventina di persone provenienti anche da Bolsena, Montefiascone, Marta, Capodimonte e dall’altopiano dell’Alfina (che hanno esposto durante tutto l’incontro dei piccoli cartelli di protesta contro il progetto geotermico a Castel Giorgio), il sig. Righini, manager della ditta ITW-LKW, ha illustrato il progetto geotermico della sua società. Dopo aver illustrato il suo curriculum personale e parlato di sé, ha presentato in modo molto generico il progetto decantandone le principali caratteristiche: il primo del genere in Italia, a ciclo chiuso e senza emissioni nell’atmosfera, produzione pulita e rinnovabile di energia senza impatti sull’ambiente.
Ha inoltre affermato che l’autorizzazione del governo è arrivata dopo una lunga serie di valutazioni amministrative e dopo il via libera della commissione di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) e che, quindi, la prosecuzione del progetto è conseguente ad uno stato di diritto.
Numerose sono state le osservazioni critiche rivoltegli.
In merito allo stato di diritto, è stato fatto presente che il presidente della commissione VIA (l’ing. Monteforte Specchi) era contemporaneamente consulente della stessa ditta ITW-LKW, quindi in palese conflitto d’interessi.
Gli sono stati ricordati gli studi di diversi geologi, i quali concordano che in un territorio con strutture sismo-tettonicamente attive, anche una piccola perturbazione generata dall’attività umana è sufficiente a spostare il sistema da uno stato quasi critico a instabile. E il nostro territorio è in questa situazione, ricordando, soltanto come esempi, il terremoto di Castel Giorgio del 1957 e quello di Tuscania del 1971 (che fece 31 morti).
Gli è stato ricordato che sia lo studio Cesi-Ricerca (Moia 2008) che quello di Vignaroli e al. (2013), nonché quelli dei geologi Mario Mancini e Giuseppe Pagano, concordano nell’indicare la pericolosità del progetto che aumenta i rischi di terremoti e di inquinamento delle falde acquifere (in particolare con alti contenuti di arsenico), sia di quelle che servono per usi civili e per l’irrigazione agricola, sia tutto il bacino idrografico e il lago di Bolsena.
Le risposte date: il progetto ha superato tutte le valutazioni amministrative, i modelli utilizzati nello studio di fattibilità hanno dato risposte positive, nel mondo ci sono molti impianti e non si sono mai verificati problemi.
È stato replicato che i modelli sperimentali non sono la realtà di Castel Giorgio, che i loro calcoli restano teorici e non si può trattare un territorio e la sua popolazione come oggetti di sperimentazione, per cui, per il principio di precauzione, è opportuno fermare il progetto. Inoltre non si possono mettere a repentaglio un territorio e la sua popolazione solo perché amministrativamente tutto è a posto. Georg Wallner (fisico, dell’Associazione La Porticella di Capodimonte) ha fatto presente che esiste un’ampia letteratura scientifica internazionale che dimostra che la realizzazione e l’esercizio di centrali geotermiche inducono terremoti la cui magnitudo può raggiungere quella della sismicità naturale della zona e, in rari casi, la può superare anche di molto.
Il geologo presente dott. Francesconi, ingaggiato da Righini, ha illustrato brevemente la situazione geologica del sito dove s’installerebbe l’impianto, ma ha glissato sui probabili rischi, sia per i possibili terremoti che per i problemi d’inquinamento delle falde: ad una precisa domanda se poteva dare la garanzia al 100% dell’assenza di rischi, non ha risposto.
Il sig. Righini ha ripetuto la sua affermazione sulla non contrarietà del futuro Contratto di Lago di Bolsena riguardo al progetto di Castel Giorgio: è stato immediatamente sbugiardato. Non si capisce come possa continuare a fare queste false affermazioni, essendo stato già smentito da chi è coordinatore del Contratto stesso e da chi ha partecipato finora al lavoro preparatorio. Questa sua attitudine al falso ci solleva serie domande: quanto veritiere sono le sue illustrazioni del progetto? Quanto non viene detto? Quanto viene nascosto? Gli studi geologici sono manipolati per il proprio interesse? Quale fiducia si può riporre in chi, persona e ditta, continua ad affermare il falso?
L’incontro è stato molto intenso (2 ore), spesso passionale e caldo, ma sempre entro i limiti della correttezza, anche quando i toni si facevano alti e le voci si sovrapponevano.
Angelo Bertea, presidente Associazione Bolsena Lago d’Europa (BLEU)
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