2021-05-04BOLSENA - Il processo di formazione del Biodistretto del Lago di Bolsena prosegue, con nuove adesioni: sono attualmente 19 i comuni aderenti. A completare l'organigramma del comitato promotore, composto in totale da circa 100 soggetti, fra cui 44 aziende agricole biologiche e in conversione, 16 associazioni della società civile, tre istituti scolastici, vari rappresentanti di attività produttive come cooperative, ristoratori e operatori turistici, oltre a un nutrito Consiglio scientifico costituito da oltre venti studiosi e studiose di varie discipline.
Acquapendente, Gradoli, Latera, Proceno, San Lorenzo Nuovo, Bolsena, Grotte di Castro, Celleno, Cellere, Montefiascone, Farnese, Porano, Canino, Bagnoregio, Piansano, Ischia di Castro, Valentano, Capodimonte, Marta. E' questa la lista aggiornata dei comuni che hanno aderito al Comitato promotore. Ed ora il Comitato ha anche una prestigiosa sede presso il Palazzo Farnese di Gradoli. L'estensione geografica del costituendo Biodistretto copre un'area di 1062,27 km² coinvolgendo 55.799 abitanti. Complessivamente si tratta di oltre centomila ettari che abbracciano il lago di Bolsena estendendosi sia verso l'entroterra umbro sia in direzione del litorale tirrenico.
Un abbraccio che vuole proteggere il bacino del lago e le terre circostanti, perché i recentissimi dati sullo stato di salute del Lago non sono affatto buoni. Come ci riferisce l’Osservatorio ambientale del Lago di Bolsena, in base alle annuali analisi effettuate dall’equipe dell’ingegner Piero Bruni, la percentuale di fosforo è in crescita, con una conseguente aumento dell’eutrofizzazione delle acque. Causa principale, l’eccessivo apporto di nutrienti di origine chimica utilizzati in agricoltura.
Il Comitato promotore, nato come Associazione di scopo che esaurirà la sua funzione quando avrà concluso l’iter di riconoscimento del Biodistretto dalla Regione Lazio, ha oggi una Presidente. Il Consiglio Direttivo ha infatti eletto la professoressa Paola Adami, Dirigente dell’Istituto F.lli Agosti di Bagnoregio. La Professoressa Adami dirige l’Istituto Agrario di Bagnoregio dove gli studenti studiano e praticano un’agricoltura ecosostenibile presso l’Azienda agricola scolastica ‘Carbonara’: 20h di terra a regime biologico, che produce cereali, uva, olio.
La vocazione “formativa” del Biodistretto ha le sue radici nel progetto scolastico Conoscere il lago di Bolsena, promosso da molti anni dall’Associazione Lago di Bolsena in tutte le Scuole Secondarie di I° grado del lago; l'attenzione per l'educazione delle giovani generazioni ai temi ambientali, è ribadita anche dall'iniziativa del Prof. Saverio Senni, Professore Associato di Economia presso il Dipartimento di Scienze per l’Agricoltura e le Foreste (DAFNE) dell’Università degli Studi della Tuscia, che ha annunciato la costituzione di un laboratorio con gli studenti di sviluppo rurale sull’esperienza della creazione del Biodistretto. Il territorio del Biodistretto diventa dunque luogo di sperimentazione e di ricerca anche per gli studenti dell’Università.
La formazione dei giovani come degli adulti, tra saperi antichi e nuovi, è un ingrediente fondamentale per ritrovare modi di vita, di produzione, di organizzazione in armonia con la Natura di cui siamo tutti parte.
Così come è fondante per il futuro Biodistretto la tutela del territorio, e la vigilanza sulle sue criticità sociali ed ecologiche. Ne è esempio stringente la necessità di ripristinare il sistema circumlacuale di depurazione delle acque reflue e l’eliminazione definitiva degli sversamenti abusivi; è essenziale l’analisi critica di quei progetti che, spesso calati dall’alto o, peggio, lasciati a speculatori, possono mettere a repentaglio quel patrimonio comune di biodiversità e funzioni ecosistemiche che sono fondamento della stessa salute pubblica: dalla geotermina ad alta entalpia, ai depositi di scorie nucleari, all’istallazione di mega impianti eolici o solari. La programmazione di sviluppo del territorio, su basi ecologiche e di economia circolare, trova nel Biodistretto una piattaforma di reale confronto che coinvolge la rete cittadina, rurale, associativa e amministrativa, nel rispetto della complessità delle attività umane e naturali di quello che consideriamo uno dei più bei paesaggi italiani.
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