2017-06-28VITERBO - Sono passati due anni da quando, come riportato da questo nostro articolo, stava partendo il programma 'Lazio30 Mega', che aveva l'obiettivo di migliorare l'accesso alla banda larga per la connessione a Internet in tutta la regione. Secondo gli obiettivi annunciato, l'investimento di 186 milioni di euro prevedeva di portare entro il 2020 la banda larga in 336 comuni laziali, in prevalenza 'aree bianche', ovvero quelle non inserite nel piano di sviluppo degli operatori.
Superare il digital divide. In pratica, la Regione aveva deciso di colmare il digital divide, ovvero il divario tra chi ha accesso alle tecnologie dell'informazione e chi no, garantendo una copertura finanziaria per realizzare le infrastrutture anche in zone dove per i privati della telecomunicazione ci sono meno possibilità di guadagno. A distanza appunto di oltre due anni, come sta proseguendo l'applicazione del piano?
La situazione oggi. Innanzitutto, bisogna ricordare che già nel 2015 il Lazio era una delle regioni più 'connesse' d'Italia, con circa il 38% degli abitanti che avevano accesso alla banda larga (940 mila famiglie, più di 390 mila imprese e 174 Comuni, per la precisione). Oggi, come è possibile vedere dal sito del Ministero, la banda larga a 30 Mbps è presente in 378 Comuni e ha raggiunto il 54,5% delle unità immobiliari a livello regionale, mentre la banda ultralarga (ovvero con velocità fino a 100 Mpbs) è diffusa solo nel 21,6% dei casi.
La banda larga a Viterbo. La mappa consente anche di verificare la fotografia della nostra provincia di Viterbo, che - lo premettiamo - non è una delle più performanti né delle più veloci: se l'area del Comune di Viterbo è infatti raggiunta al 41,5% dalla linea veloce a 30 Mpbs, le infrastrutture per la connessione ultrabroadband sono ancora a zero, e la situazione è anche peggiore nelle zone limitrofe. Per esempio, a Capodimonte, Bolsena, Marta e Vitorchiano è ferma al palo anche la connessione a banda larga tradizionale, in contrasto anche con gli annunci del 2015.
Cosa propone il mercato. Una possibile soluzione per le famiglie e le imprese è rappresentata da una tecnologia alternativa, come quella proposta da Eolo, uno degli operatori più interessanti del panorama italiano: anziché puntare su cavi o fibra, infatti, queste offerte Internet consentono una connessione wireless via radio, che risulta più pratica, affidabile e veloce. In questo modo, infatti, l'azienda può garantire un intervento anche in zone meno coperte, con effetti positivi per il territorio.
Un nuovo investimento. In attesa di vedere il completamento del piano regionale, in Lazio è stato da poco annunciato un altro intervento relativo allo sviluppo della connettività, con un occhio di riguardo alle imprese locali. Si chiama “Progettare il futuro” ed è un accordo triennale siglato tra Confindustria Piccola Industria e Intesa Sanpaolo, destinato per l'appunto a migliorare la competitività delle aziende incentivando la trasformazione e la conversione al digitale.
Le imprese si preparano all'Industria 4.0. Sul piatto ci sono 4,5 miliardi per le imprese del Lazio, che grazie a questi investimenti possono intercettare la 'quarta rivoluzione industriale', che si concretizza nella cosiddetta Industria 4.0 e nel relativo Piano del Governo, che possono essere la strada per recuperare competitività e per creare nuovi posti di lavoro grazie a elevate competenze, nuovi modelli di business e tecnologie innovative. Un obiettivo ambizioso, per raggiungere il quale la Rete e le connessioni a banda larga svolgeranno un ruolo di primo piano.
Custom Search
Aggiungi un commento