2015-01-05di Massimiliano Capo
VITERBO - Ieri la ragazzina dai capelli rossi mi ha regalato un libro.
E’ il suo regalo di Natale. Me lo ha dato facendo colazione insieme che era quasi ora di pranzo ma queste feste che sembrano non finire mai danno al tempo un sapore diverso dal solito.
L’incarto e la forma rendevano evidente fin da prima di aprirlo cosa fosse.
Strappo la carta e ne esce un libro.
E quel libro ora lo tengo tra le mani e non riesco a staccare gli occhi dalle foto che raccoglie.
Si apre così: ''Mi capitava ogni tanto di sognare che entravo in una piazza e in quella piazza, gremita, scoprivo che c’erano le persone, tante persone, attraverso le quali ho vissuto la vita. I vivi, i morti, i miei cari, gli amici, i tanti maestri, e in tutti mi riconoscevo, tutti mi suscitavano ricordi, emozioni, pensieri.
Un sogno felice.
Quella piazza è diventata questo libro.
Sono tanti, ma molto più numerosi sono quelli che non ci sono.
In un certo senso ci sono tutti.
Li ringrazio''
Le foto sono di Ferdinando Scianna, così come le parole. E mi accompagnano in un viaggio tra le storie e gli sguardi in bianco e nero di oltre cinquanta anni di ritratti scattati in giro per il mondo.
''Gli amori adolescenziali sono eterni.
A condizione, beninteso, che durino pochissimo, lasciandosi dietro ineffabili sapori di terribili, indimenticabili sofferenze.
Solo così fissano dentro la nostra coscienza il paradigma dell’assoluto.
Il cerchio concluso: l’inizio e la fine in un lampo''.
E sotto due occhi neri come la pece e i capelli arruffati e un corpo di ragazza.
Marcel Jouhandeau ha scritto che se si fossero persi, per chi sa quale nuovo, apocalittico incendio di una universale biblioteca di Alessandria, tutti i romanzi mai scritti, basterebbe comprare un biglietto della metropolitana e guardare in faccia i passeggeri. A partire da quei volti si sarebbe potuto ricominciare a scrivere e leggere tutta la storia della letteratura.
Ed Elie Wiesel che Dio creò l’uomo perché gli piacciono le storie.
Le storie: in cui siamo immersi fin da piccoli. Inventori di mondi sempre nuovi, di relazioni e legami. Di rotture e ripartenze.
Ancora Scianna: ''La gente che lavora con le mani, nei ritratti le tiene abbandonate in fondo alle braccia, solide e pesanti come attrezzi''.
La leggo e corro a riprendere in mano una vecchia foto mezza sbiadita della banda di Capodimonte. Dentro c’è mio nonno. La foto, guardando i vestiti, sembra degli anni settanta.
Riconosco molti di quei volti che mi hanno fatto compagnia da bambino.
Li ricordo come sono lì, un po’ impettiti dentro la divisa e sotto il cappello, loro che per lo più hanno passato la vita in campagna e il vestito era solo per il giorno della festa.
Ho cercato di capire dove fossero. E’ una piazza grande. Sullo sfondo la sede di un partito che ormai non c’è più da anni. Un grande lampione al centro. Il bianco e nero solido delle stampe di quegli anni.
Ora è nel mio mac, digitalizza. Così posso ingrandirla e perdermi nei dettagli di una capigliatura, di un paio di pantaloni, di un maglione attillato.
Il cielo sembra grigio e la giornata non calda. Sono tutti lì.
Facce e mani consumate dalla fatica della vita in campagna.
In mano, hanno qualche strumento. Tutti, lo sguardo dritto in macchina. Mio nonno, in seconda fila, suonava il basso tuba. E quando gli caddero i denti, passò alla grancassa.
Mi piace pensare che mi abbia trasmesso la passione per il ritmo così come la nonna, eccola qui davanti ai miei occhi in un vecchio pranzo domenicale, quella per la pittura e il disegno. Sfoglio l’album di famiglia, entelechia di mille vite in una. La mia.
E ora caffè e torta al cioccolato. Quella di mamma Silvana, ovviamente.
Ingredienti
Farina 200 g
Zucchero 200 g
Cioccolato fondente 100 gr
Cacao in polvere amaro 50 gr
Uova medie 5 a temperatura ambiente
Lievito chimico in polvere per dolci 1/2 bustina (8gr)
Latte fresco intero 50 ml
Sale 1 pizzico
Burro a temperatura ambiente 200 gr
Preparazione
Per preparare la torta al cioccolato per prima cosa sciogliete al microonde o a bagnomaria il cioccolato fondente spezzettato e lasciatelo intiepidire mescolando di tanto in tanto. In una ciotola capiente, ponete il burro tagliato a cubetti e lasciatelo ammorbidire a temperatura ambiente. Sbattetelo con una frusta (o con lo sbattitore) fino a ridurlo a crema, poi aggiungete lo zucchero e continuate a sbattere per amalgamarlo bene.
Unite un uovo alla volta sempre sbattendo e via via le altre, avendo l’accortezza di fare assorbire completamente l’uovo prima di aggiungerne un altro: in questo modo avrete ottenuto una crema soffice e omogenea. Incorporate il cioccolato fondente sciolto e ormai tiepido e il pizzico di sale. In una ciotola unite assieme alla farina, il lievito e il cacao amaro, quindi setacciateli.
Aggiungete al composto di burro, uova e cioccolato gli ingredienti setacciati alternando l’aggiunta del latte (non troppo freddo). Una volta ottenuto il composto finale, imburrate e infarinate una tortiera del diametro di 22-24 cm quindi versatelo al suo interno, livellando poi la superficie. Infornate in forno già caldo a 180° per circa 60 minuti, quindi pungetela con uno stecchino per vedere se la torta al cioccolato è cotta. Lasciatela leggermente intiepidire poi sformatela e ponetela su di una gratella per farla raffreddare definitivamente.
Custom Search
Aggiungi un commento