Cari Amici,
Non fatevi abbindolare. RECEDERE E' UN DIRITTO!!
Pentiti della firma appena messa su un contratto? La legge ci viene incontro!
La legge difende chi si è lasciato abbindolare da una presentazione allettante di un prodotto e ha firmato un contratto di cui si è pentito subito dopo.
In diversi casi, infatti, non è un'impresa impossibile dimostrare che chi ci ha convinto ha carpito la nostra buona fede; in altre parole, dimostrare di essere stati imbrogliati.
VI SEGNALIAMO I CASI IN CUI E' POSSIBILE RECEDERE DALLE DECISIONI SOTTOSCRITTE CON UNA FIRMA SENZA CORRERE ALCUN RISCHIO.
LA VENDITA A DISTANZA:
Nelle vendite a distanza chi acquista non può vedere da vicino l’oggetto scelto. Che la transazione avvenga tramite Internet, Tv o via telefono, la possibilità di giudicare ciò che si compra è limitata. "Non è detto che il prodotto ordinato si riveli inadeguato alle nostre aspettative, una volta che ce lo ritroviamo tra le mani - dice Antonietta Agostinelli, giurista dell’ufficio studi di Altroconsumo - magari, semplicemente non ci piace più". Che fare, dunque, a questo punto? Niente paura: "Si può restituire la merce, inviando una raccomandata con ricevuta di ritorno in cui si dichiara di esercitare il proprio diritto di recesso, senza nessuna conseguenza e senza nessuna motivazione. L’importante è che l’operazione sia fatta entro 10 giorni dal momento in cui è stato ricevuto il prodotto".
LA FIRMA IN STRADA:
La stessa regola vale se il contratto viene sottoscritto per strada. "Non siamo stati noi ad andare a cercare il prodotto che ci viene proposto - afferma ancora Agostinelli - ed è più che comprensibile se ci lasciamo convincere senza aver valutato con prudenza l’acquisto. Anche in questo caso dunque la firma può essere un atto di leggerezza in una situazione in cui la soglia di attenzione era piuttosto bassa. La legge riconosce la possibilità di recedere nel momento in cui si riceve a casa il primo volume dell’enciclopedia che avevamo ordinato quasi senza rendercene conto". I tempi e i modi previsti sono sempre gli stessi: la raccomandata va inviata entro 10 giorni dalla consegna e la merce va restituita entro lo stesso periodo.
PER INTERNET 30 GIORNI:
Oltre ai prodotti, si possono acquistare servizi bancari o assicurazioni, magari mentre si naviga su Internet. Visitando i siti preferiti, improvvisamente si aprono schermate che promettono finanziamenti a tassi incredibili. E, guarda caso, la proposta arriva quando si stava pensando di cambiare la vecchia lavatrice. Niente di più facile che lasciarsi attirare dall’offerta appetibile per rendersi conto, in un secondo momento, che quel contratto non fa al caso nostro. "Anche per questa tipologia di prodotti la legge ci assicura la possibilità di poter tornare indietro, se vengono conclusi on line - dichiara Agostinelli - Qui abbiamo a disposizione un periodo di tempo addirittura ancora maggiore per dire di no: sono consentiti 30 giorni per comunicare la nostra decisione di non usufruire del servizio. Il termine scatta dal giorno in cui il contratto viene ritenuto valido".
LA CASA PER LE VACANZE:
Si può tornare indietro anche nel caso della firma di un contratto per l’acquisto di una casa in multiproprietà, in genere per passarci le vacanze. "Non sono previste condizioni particolari in cui l’acquisto va effettuato affinché la legge riconosca il diritto di recesso - precisa Agostinelli - conclude l’accordo, ma si ha sempre la possibilità di tornare indietro. Ci sono 10 giorni di tempo".
I CASI PIU' COMPLESSI:
Questi sono i casi classici in cui si può esercitare il diritto di recesso. Ci sono però altri esempi di vendite di beni o servizi in cui la possibilità di ripensarci esiste, ma non è così automatica. Per esempio, nel caso di un contratto di viaggio, compilato e firmato in agenzia, può essere prevista nel testo l’ipotesi di annullamento da parte di chi compra, spesso però accompagnato dal pagamento di una penale. E attenzione: il diritto di recesso non vale se la firma è stata apposta nel luogo “deputato”: la banca, l’agenzia, l’assicurazione, la scuola di inglese. Si suppone che in questi posti siamo noi ad aver scelto di andare per comprare il servizio che lì si vende. In questi casi, dunque, la firma va messa solo dopo lunga e accurata riflessione.
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