2019-05-08VITERBO - (b.b.) ''Ci ha spiazzato. Nel chiedere perdono a tutta la famiglia e alla comunità viterbese, Pang ha mostrato il suo lato più umano, tanto da farci commuovere''. È un ragazzino, dai ''tratti somatici quasi fanciulleschi e dal comportamento estremamente raffinato ed educato'', il 22enne che ieri mattina è comparso di fronte al gip Savina Poli e ha confessato l’omicidio del negoziante Norveo Fedeli. A raccontarlo i suoi stessi legali, gli avvocati Remigio Sicilia e Lilia Ladi, visibilmente provati a conclusione della lunga udienza a porte chiuse. Oltre quattro ore di interrogatorio in cui il giovane, coreano di nascita, ma statunitense di adozione, non ha risparmiato particolari su quanto accaduto all’interno della boutique Fedeli venerdì scorso.
''Ciò che sarebbe certo è che Pang non è entrato nella jeanseria per uccidere'' hanno sottolineato i suoi legali. Al contrario, sarebbe entrato per acquistare dei pantaloni, per un totale di 600 euro, e dopo l'ennesimo rifiuto della sua carta di credito, il proprietario Fedeli, dapprima educato e gentile, lo avrebbe aggredito. ''L'ho colpito per difendermi dalla sua aggressione. Ma non volevo ucciderlo'' ha riferito al gip il 22enne.
''Per questo escludiamo che il movente sia stata la rapina: ci sono degli elementi, delle circostanze che andranno verificati e approfonditi. Ecco perché abbiamo chiesto di ascoltare alcuni testimoni che possano aiutarci a chiarire quanto raccontato – ha sottolineato l’avvocato Sicilia – e soprattutto vogliamo parlare con i famigliari di Norveo Fedeli e con il loro avvocato, perché è giusto che, alla luce delle novità, ci sia un contraddittorio''.
Stando a quanto ricostruito dalla difesa di Pang, fermato a Capodimonte sabato scorso con l’accusa di omicidio volontario e rapina, non ci sarebbe stata premeditazione. ''Non è stato affatto un gesto ragionato e pensato. Non lo ha giustificato, ma lo ha descritto. Minuto per minuto.''. E questo, all’interno dell’aula del tribunale super blindata da polizia e carabinieri, avrebbe fatto emergere circostanze e retroscena tutti da chiarire: una possibile colluttazione finita in tragedia, come dimostrerebbero anche i tagli e i graffi ancora visibili sulle mani e sulla braccia di Pang.
Educato, amante della musica e suonatore di violino, sarebbe tutt’altro che il prototipo di un assassino: eppure all’interno dello storico negozio di via San Luca, Pang venerdì scorso, ha colpito a morte - ''Non ricordo quante volte'' - il 74enne Fedeli fino a lasciarlo a terra senza vita in una pozza di sangue.
E per questo ha chiesto scusa a tutti, compresa la famiglia della vittima, pronta a costituirsi parte civile, che proprio poche ore prima della confessione, aveva rotto il silenzio tramite il suo legale, l'avvocato Fausto Barili: ''Confidiamo nella giustizia, abbiamo la massima convinzione che la procura stia svolgendo un lavoro eccellente''. Ma ieri, dopo la confessione, ha preferito chiudersi nel suo silenzio. Nessun commento, solo una presa d'atto di quanto accaduto e un ringraziamento all'intera comunità per la vicinanza espressa.
''Ringraziamo di cuore le Autorità viterbesi, i cittadini di Viterbo e di Nepi e tutti gli italiani che hanno dimostrato il loro affetto al caro Norveo e che sono stati vicino alla famiglia in ogni modo, alleviando, per quanto possibile, il nostro dolore.
Un ringraziamento particolare va alle forze dell'ordine per la tempestività, l'impegno e la professionalità che hanno permesso di assicurare alla giustizia l'autore di un tale delitto''.
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