Maltrattamenti nella casa di riposo: anziana legata al letto per 24 ore

2025-01-22VITERBO - ''Stai zitta, sei un cadavere''. O ancora: ''sei una matta scoppiata, sei un sarcofago, un morto che cammina. Non servi a un c… sei inutile alla società''. Sarebbero solo alcune delle frasi rivolte agli anziani ospiti della casa di riposo di Latera da parte dei 6 operatori socio-sanitari indagati per maltrattamenti e violenza sessuale.
Vessazioni psicologiche e fisiche con gli anziani lasciati senza cibo o legati al letto. Un'anziana lo è stata per più di 24 ore. Un caso anche di violenza sessuale ai danni di una 80enne. E' un quadro agghiacciante quello che emerge dalle indagini dei carabinieri di Montefiascone e dei colleghi del Nas che per diversi mesi hanno monitorato cosa avveniva all’interno della struttura.

''Indagini condotte con una estrema velocità e precisione'', come ha sottolineato il comandante provinciale dell'Arma, Massimo Friano ieri in conferenza stampa, che hanno consentito di arrestare 3 persone e di sospenderne altrettante dal servizio. Sei quindi gli indagati, tutti operatori socio-sanitari, tra cui due donne, una di origini straniere, il resto tutti italiani.
Sono stati alcuni ex colleghi a mettere sulle loro tracce i carabinieri. L'indagine infatti, partita nella primavera del 2024, ha preso le mosse dalle confidenze di alcuni ex operatori della struttura che, rivoltisi alla Stazione carabinieri di Capodimonte, hanno riferito di una serie di abusi perpetrati ai danni degli anziani ad opera di loro colleghi.

Sotto il coordinamento del procuratore di Viterbo, Paolo Auriemma, e con la direzione del sostituto procuratore, Flavio Serracchiani, i militari hanno installato delle telecamere all’interno della struttura e l’intercettazione dei dialoghi all’interno delle camere di pernottamento.
Sono emersi episodi di incuria, negligenza, maltrattamenti. ''Al vaglio ci sono anche episodi di somministrazioni di farmaci - ha detto in conferenza stampa il pm, Flavio Serracchiani - rispetto ai quali bisogna verificare se ci fosse o meno a monte un piano terapeutico o una regolare prescrizione''.
Il procuratore capo, Paolo Auriemma, ha sottolineato che: ''i fatti accertati sono stati diversi e a carico dei singoli soggetti. La responsabilità - ha detto - non è della struttura ma personale dei singoli soggetti''.

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