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Il generale Cantoni in visita alla compagnia carabinieri di Tuscania
TUSCANIA - Sabato 21 giugno 2025, il Generale di Divisione Ugo Cantoni, Comandante della Legione Carabinieri Lazio, ha effettuato una visita alla Compagnia Carabinieri di Tuscania (VT).
Ad accoglierlo, il Comandante in sede vacante della Compagnia, Luogotenente C.S. Daniele Tramontana, insieme ai Comandanti delle stazioni dipendenti e a una rappresentanza dei Carabinieri della Compagnia, nonché dei membri dell’Associazione Nazionale Carabinieri, delle Associazioni Nazionali a carattere sindacale e della Croce Rossa Italiana.
Durante l'incontro, il Generale Cantoni ha espresso il suo sincero apprezzamento per il lavoro svolto dal personale, evidenziando l'impegno, la dedizione e l'elevata professionalità con cui i Carabinieri operano nella Tuscia, affrontando le minacce emergenti.
Umberto di Fusco è il nuovo vicepresidente della prima commissione
VITERBO - Nel corso dell’ultima seduta della prima commissione, tenuta a Palazzo dei Priori, il consigliere di maggioranza Umberto di Fusco, membro della lista “Viterbo Venti Venti”, è stato eletto vicepresidente della prima commissione.
La nomina arriva in seguito ad una votazione che ha visto il favore della maggioranza e l’astensione dell’opposizione. Di Fusco subentra così ad Alessandra Croci, anche lei membro della lista “Viterbo Venti Venti”.
Al Comune di Roma una mozione contro il deposito unico di scorie nucleari
VITERBO - (Ale.Sor.) Il no al deposito unico di scorie nucleari arriva sui tavoli dell'assemblea capitolina. Nella giornata di oggi è stata presentata una mozione a firma dei consiglieri Virginia Raggi, Alessandro Luparelli, Linda Meleo, Michela Cicculli, Paolo Ferrara, Valeria Baglio, Daniele Diaco e Ferdinando Bonessio, del Movimento cinque stelle. Sinistra civica ecologista e Pd, per impegnare il sindaco Roberto Gualtieri e la sua giunta a contrastare la costruzione del deposito nazionale ampio 150 ettari nella Tuscia.
'La Sogin Spa - scrivono i consiglieri nella nota - chiamata a definire una proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) per la localizzazione del deposito sulla base dei criteri indicati da ISPRA ha svolto il lavoro di indagine sulle aree potenzialmente idonee esclusivamente su banche dati e riferimenti bibliografici'.
'Durante la consultazione pubblica i portatori di interesse hanno controdedotto gli studi di Sogin evidenziando i numerosi difetti nella procedura di selezione, le incongruenze nell’applicazione dei criteri di selezione e l’errata applicazione degli stessi criteri sulla realtà oggettiva delle aree ritenute potenzialmente idonee'
I 14 Comuni del viterbese inclusi nella Cnai (Montalto di Castro, Canino, Cellere, Ischia di Castro, Soriano nel Cimino, Vasanello, Vignanello, Corchiano, Gallese, Tarquinia, Tuscania, Piansano, Arlena di Castro e Tessennano) oltre a non aver dato la propria disponibilità ad ospitare il Deposito, si sono attivate per la creazione di un coordinamento in grado di organizzare e sostenere un’opposizione diffusa alla realizzazione del sito nei loro territori, preannunciando la presentazione di una serie di ricorsi al Tar contro il provvedimento che non tiene conto della vocazione agricola e turistica del territorio, della presenza di biodistretti, di impianti eolici e fotovoltaici nonchè della Centrale elettrica di Montalto di Castro
Ma il problema, secondo quanto riportano i consiglieri, potrebbe indirettamente comportare dei rischi anche per la Capitale. 'Le aree individuate - scrivono - si trovano tutte a meno di 60km da Roma; alcune di queste sono lambite da affluenti del Tevere e localizzate a meno di 5 km dal suo corso. L'area sarà vasta 150 ettari e dovrà accogliere 95mila metri cubi di rifiuti radioattivi. Nella Tuscia non sussistono condizioni idrogeologiche e sismiche tali da garantire la sicurezza del progetto'. Da qui la richiesta ufficiale: 'Chiediamo al sindaco di sostenere la battaglia per la tutela della Tuscia, nono solo partecipando alle iniziative in loco, ma altresì richiedendo formalmente al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, di attivarsi contestualmente, affinché né il parco tecnologico né il deposito nazionale vengano realizzati nelle aree individuate come idonee nel territorio della Regione Lazio, e nemmeno nei comuni e nei municipi al di fuori della provincia di Viterbo. E' importante - concludono - attivare una cabina di regia che, insieme ad ANCI, alle Università e alle organizzazioni di categoria, possa dare supporto tecnico, scientifico e giuridico per predisporre osservazioni necessarie da presentare alla Sogi
Sutri protagonista nella serie internazionale The Saints firmata Martin Scorsese
SUTRI - L’Amministrazione Comunale di Sutri è lieta di comunicare ai
cittadini un risultato di grande prestigio per la nostra città e per
l’intero territorio: il celebre Anfiteatro romano di Sutri è stato
selezionato come set per le riprese della seconda stagione della
docufiction “The Saints”, una produzione internazionale firmata
Lupin Film S.r.l. e presentata da uno dei più grandi maestri del cinema
mondiale, Martin Scorsese.
Questo importante risultato è frutto di un’attenta politica di
promozione e valorizzazione del nostro patrimonio storico, culturale e
artistico. La scelta di Sutri da parte di una produzione di rilievo
internazionale conferma il percorso virtuoso intrapreso per restituire
alla nostra città il ruolo di protagonista nel panorama culturale.
“La presenza di una produzione come The Saints a Sutri – dichiara
il Sindaco Matteo Amori – è motivo di grande orgoglio per la nostra
comunità. Questo progetto non solo valorizza il nostro straordinario
Anfiteatro romano, ma rappresenta un’opportunità concreta di
promozione territoriale per far conoscere al mondo le bellezze e la
storia di Sutri. Il nostro obiettivo è continuare a fare di Sutri una
destinazione d’eccellenza, capace di attrarre cultura, turismo e
investimenti. Ringrazio la Lupin Film per aver creduto nel nostro
territorio e per aver scelto Sutri come parte di questo viaggio
artistico di così grande valore.”
La serie The Saints, già apprezzata nella sua prima stagione per
l’alto valore storico, spirituale e artistico, racconta le vite di
santi che hanno segnato la storia, tra cui San Francesco d’Assisi,
Giovanni Battista, Maria Maddalena, Giovanna d’Arco e molti altri.
Oggi queste storie rivivono nei luoghi autentici della memoria, come il
nostro Anfiteatro, conferendo a Sutri visibilità internazionale e
prestigio culturale.
L’Amministrazione Comunale continuerà a lavorare con impegno per
attrarre nuove produzioni e valorizzare al meglio il nostro patrimonio,
a beneficio della crescita e dello sviluppo turistico ed economico della
città.
Cinghiali in gabbia: Viterbo sceglie la cattura, ma a quale prezzo?
VITERBO - In seguito alla pubblicazione da parte del Comune di Viterbo dell'avviso di manifestazione d’interesse per selezionare ditte a cui affidare la cattura dei cinghiali attraverso gabbie trappola,
vorremmo sapere dall’amministrazione Frontini che fine poi faranno i cinghiali catturati. L'Amministrazione deve dare risposte. Ma il consigliere delegato al benessere animale Buzzi non ha mai nulla da dire?
Un metodo barbaro ed incivile, del tutto inutile e controproducente. ENPA Sezione di Viterbo e provincia condanna la decisione assunta dal Comune di utilizzare delle gabbie-trappola per catturare i cinghiali all'interno delle aree urbane e periurbane. Gli animali intrappolati in quelle gabbie soffrono e sono costretti a restare imprigionati in un tempo indefinito( altro che benessere animale!): si potrebbe prefigurare il reato di maltrattamento animale. E come fa l’Amministrazione a sapere quando le gabbie saranno piene di cinghiali? Con quali tempi verranno monitorate?
I cinghiali sono oggetto di controllo faunistico e caccia 365 giorni l’anno, ovunque, anche nei parchi, ed è anche per questo che cercano posti dove poter vivere, che offrono risorse come sporcizia e scarti di cibo lasciati da cittadini ben poco virtuosi. Inoltre, gli stermini non sono mai serviti a nulla in oltre 25 anni di abbattimenti continui.
La legge nazionale 157/92 sancisce l’obbligo di applicare in via prioritaria i metodi ecologici ,altre eventuali soluzioni possono essere prese in considerazione solo dopo che l’Ispra (l’Istituto scientifico di riferimento per la fauna selvatica) ne abbia valutato l’efficacia. Non contestiamo soltanto la legittimità del provvedimento; contestiamo, anche e soprattutto, l’impostazione strategica che ne sta alla base.Poi c'è anche il problema delle gabbie a norma.
Ricordiamo che le stesse sono spesso prive di marcatura CE (Comunità Europea, ndr), della targhetta di identificazione macchina e matricola, dei dati del fabbricante con relative specifiche tecniche principali, dell'ente certificatore che ne attesti l'omologazione e dell'organismo notificato. E' una violazione non solo del decreto legislativo 81/08 Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro, ma anche delle norme comunitarie nello specifico la direttiva 2001/95/CE relativa alla sicurezza generale dei prodotti e direttiva 2006/42/CE relativa alle macchine.
Una impostazione fallimentare, che non tiene in alcun conto il mondo scientifico e che ignora un semplice quanto evidente dato di fatto: sono più di 20 anni che nel nostro paese si uccidono animali selvatici, eppure si lamentano sempre problemi di sovrannumero. Ed è proprio questa la più lampante dimostrazione del fallimento di politiche finalizzate esclusivamente a favorire il mondo venatorio.
Si tira in ballo la peste suina africana, che non è un pericolo per le persone ma solo per gli allevamenti di suidi, quando proprio Ispra nelle sue Faq sconsiglia il ricorso ad abbattimenti, per i rischi di contaminazione del suolo. E poi, ci si domanda quali strumenti di prevenzione il comune abbia utilizzato fin'ora prima di procedere alla cattura.
Ripetute volte abbiamo dato la disponibilità per un incontro in prefettura con una nostra rappresentanza Enpa e con documenti specifici, per dare un aiuto concreto al Comune per cercare di risolvere la questione ,ma non siamo mai stati interpellati né ascoltati.
La sensazione è che si ricorra sempre alle facili uccisioni per dare l’idea di un pronto intervento, quando invece è proprio sulle risorse e sulla gestione del territorio che occorrerebbe lavorare seriamente.
Forse il tema della coesistenza non è neppure preso in considerazione e per questo non si intravedono che azioni punitive. L’educazione alla coesistenza manca proprio del tutto, non c’è alcuna iniziativa promossa dalle istituzioni.
Non c’è comune, regione o provincia che promuovano iniziative atte a sviluppare una conoscenza degli animali e dell’animalità che non sia esclusivamente quella venatoria.
ENPA SEZIONE DI VITERBO E PROVINCIA