Monte Bisenzio

Bisenzio (lat. Visentium; toponimo in agro di Capodimonte, prov. Viterbo).Abitato protostorico, poi centro etrusco, municipio romano, borgo medioevale, decaduto nel tardo Rinascimento e definitivamente abbandonato nel XVIII secolo, sorto su un'altura che ne conserva il nome sulla spondaoccidentale del Lago dii Bolsena. Nel catalogo dei popoli dell'Etruria di Plinio il Vecchio sono ricordati i Vesentini (Esentini secondo la corrotta lezione della maggior parte dei codici), unico passo delle fonti letterarie antiche menzionante il centro. Scavi recenti hanno documentato l'esistenza di un abitato capannicolo dell'eta' del bronzo finale sulla sommita' del Monte Bisenzo, mentre altri nuclei di abitazioni erano presumibilmente posti nella pianura, anche in zone attualmente sommerse, a sud-est del monte.Presso la sommita' di questo, su una terrazza artificiale, sono apparse le fondamenta di grossi blocchi di tufo di edifici etruschi. Si ha inoltre notizia (ma l'interpretazione e' controversa) di tratti di mura etrusche recingenti un ampio tratto del territorio a sud del monte individuati nel corso di scavi della necropoli dell'Olmo Bello. I sepolcreti si estendono su una vasta fascia a mezzogiorno, ad occidente e a settentrione del Monte Bisenzo (necropoli di S. Bernardino, Porto Madonna, Polledrara, Bucacce, Olmo Bello, Piantata; necropoli della Palazzetta, Poggio della Mina, valledello Spinetto, Valle Saccoccia, Poggio Sambuco; necropoli di PoggioFalchetto e del Mereio di S. Magno): quelli piu' antichi - i sepolcreti meridionali - con la loro distanza dal monte forrniscono un indiretto indizio, confermato dall'osservazione dei materiali di superficie, sulla presumibile esistenza della pluralita' di nuclei abitativi distinti, frai quali solo tardivamente ando' emergendo quello posto sul Monte Bisenzo.Cio' potrebbe comprovare il perpetuarsi di arcaici modi di abitazione e di occupazione del territorio quali ben converrebbero alla cultura visentina,nota al livello della documentazione funeraria, caratterizzata nel IX e in parte nell'VIII secolo a.C. da notevoli tratti di attardamento, verosimilmente dovuti alla continuita' di vita tra eta' del bronzo finale e prima eta' del ferro e quindi ad un piu' lento trapasso, rispetto a quanto verificatosi nei centri maggiori dell'Etruria, dal protovillanoviano al villanoviano. Caratteristiche dei corredi funerari del villanoviano arcaico di B. sono,con lo scarso impiego del canonico cinerario biconico, la frequenza delle urne a capanna talora con inserzione di figure plastiche, la presenza di numerosi elementi accessori - a volte interi servizi di mensa: tipiche brocche dal profilo articolato, piattelli su piede, bicchieri ecc. - piccoli "incensieri", oggetti in miniatura ecc. Talune di queste caratteristiche trovano parziali corrispondenze e confronti in corredi dell'ultima fase del bronzo finale dei Monti della Tolfa (Allumiere, Sasso di Furbara ecc) e ricorrono anche in necropoli di altri piccoli centri - Poggio Montano presso Vetralla, Chiusa Cima presso Barbarano - costituendo un tratto caratteristico della cultura villanoviana dei centri minori dell'Etruria meridionale interna. Il quadro culturale muta sensibilmente intorno alla meta' dell'VIII secolo e nei decenni successivi quando B. accoglie, elabora parzialmente e diffonde all'interno, modelli formali, figurativi e decorativi della tradizione tardogeometrica in quegli stessi anni fiorente a Tarquinia e soprattutto a Vulci, nella cui sfera di influenza B. appare ora inserita (mentre piu' tardi entrera'nell'orbita di Tarquinia). Appartengono a questa fase ricchi corredi tombali tardo-villanoviani conv asi, per lo piu' ancora di impasto e fatti a mano, dalla esuberante decorazione geometrica cui si associano fittili di impasto scuro spesso con decorazione e lamelle metalliche,vasi di lamina bronzea decorati a sbalzo talora con applicazione di figure plastiche di bronzo, scudi di bronzo, oreficerie ecc. Successivamente - in seguito al definirsi di nuove sfere di influenza fra Vulci, Tarquinia e Cerae - B. viene a trovarsi esclusa, pur ricevendo alcune ceramiche importate, dalle maggiori correnti di traffici e decadedi importanza: per buona parte del VII secolo la produzione locale si attarda in una stanca elaborazione di moduli geometrici altrove superati. Nel VI secolo alle tombe a fossa con cassoni di tufo ( e alle piu' rare tombe a pozzo con custodia ce segnano una limitata ripresa della cremazione) si affiancano le tombe a camera dei sepolcreti settentrionali,talora con decorazioni dipinte, con suppellettili di buona qualita'(buccheri e vasellame di bronzo, qualche vaso a figure nere). Nel Vsecolo viene a mancare ogni documentazione funeraria: evidentemente B. nell'ambito della grande crisi che colpisce l'Etruria, decade rapidamente,come altri centri minori dell'Etruria meridionale interna, tornando in eta'romana a nuova vita con la costituzione del municipio visentino. Scarsi sono i monumenti, incustoditi, visitabili: tombe a camera in localita'Poggio Falchetto e Mereio di S. Magno, mitreo in localita' Giardino,colombaio e ruderi della rocca medievale sul Monte Bisenzo. Molto ampia e' la dispersione museografica dei materiali visentini: nuclei cospiqui ne sono conservati nel Museo Archeologico di Firenze,nel Museo di Viterbo e, a Roma, nel Museo di Villa Giulia e nel Museo Pigorini.

tratto da Dizionario illustrato della civiltà etrusca Di Mauro Cristofani

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