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Civitavecchia, cocaina nel porto: 50 chili nascosti in un container
VITERBO - La Guardia di finanza di Civitavecchia ha rinvenuto 50 chili di cocaina nascosti in un cointainer proveniente dall’Ecuador.
Durante dei controlli di routine svolti nell’area portuale, le fiamme gialle hanno notato un gruppo di persone che si aggirava nei pressi della banchina. Il gruppo si è dato alla fuga dopo l’alt e poco distante i militari hanno scovato tre borsoni contenenti in totale 45 panetti di cocaina.
Il carico dal peso di 50 chilogrammi avrebbe fruttato sulle piazze, secondo le stime, circa 5 milioni di euro.
Le attività della guardia di finanza si inseriscono nel quadro più ampio e generale di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale.
Sabato 1° agosto divieto di circolazione e di sosta in alcune vie
VITERBO - Interdizione transito veicolare dalle ore 8 alle ore 16 di venerdì 1 agosto nel primo tratto di via della Pace, modifica viabilità tratto di via Saffi e divieto di sosta nei tratti interessati. Nello specifico, in via della Pace, nel tratto compreso tra l'intersezione con via Saffi e il civico 20 della stessa via della Pace, sarà vietata la circolazione veicolare a tutte le categorie di veicoli. Nel tratto compreso tra il civico 22 di via della Pace e l'intersezione con via dell'Orologio Vecchio e via dei Mille sarà istituito il doppio senso di circolazione per i soli residenti, i possessori delle attività commerciali relativamente alle sole operazioni di carico e scarico merci, i titolari di passo carrabile, gli autorizzati, i possessori di permessi per diversamente abili, i mezzi di soccorso e di tutti gli organi di polizia; sarà inoltre vietata la sosta – con rimozione forzata – su entrambi i lati.
Per quanto riguarda invece via Saffi, sarà invertito il senso di marcia nel tratto compreso tra via della Pace e via San Giacomo per permettere il deflusso dei veicoli provenienti da via Saffi, con uscita in piazza Fontana Grande; nel tratto compreso tra piazza Fontana Grande e via San Giacomo sarà istituito il doppio senso di circolazione per i soli residenti, i possessori delle attività commerciali relativamente alle sole operazioni di carico e scarico merci, i titolari di passo carrabile, gli autorizzati, i possessori di permessi per diversamente abili, i mezzi di soccorso e di tutti gli organi di polizia; sarà inoltre vietata la sosta – con rimozione forzata – su entrambi i lati. Nel tratto compreso tra piazza Fontana Grande e via della Pace sarà vietata la sosta – con rimozione forzata – su entrambi i lati.
I provvedimenti, disposti con apposita ordinanza del settore VII (n. 484 del 29 luglio 2025) su istanza di un privato richiedente, si rendono necessari per consentire lavori di manutenzione ordinaria a un edificio in via della Pace mediante installazione di una piattaforma aerea. Sui luoghi interessati sarà collocata idonea segnaletica mobile da parte del richiedente i provvedimenti.
Nel caso in cui i lavori dovessero terminare in anticipo, verrà tempestivamente ripristinato il regolare transito veicolare. La versione integrale dell'ordinanza è consultabile sul sito istituzionale www.comune.viterbo.it sezione albo pretorio.
Fabio Governatori nuovo rappresentante del gruppo territoriale Tuscia Sud Est
VITERBO - Desidero esprimere le mie più sincere congratulazioni a Fabio Governatori, eletto nuovo rappresentante del Gruppo Territoriale Tuscia Sud Est.
Un augurio di buon lavoro a lui e a tutte le attiviste e gli attivisti che con passione, competenza e spirito di servizio portano avanti le battaglie del Movimento nei territori. La vostra partecipazione attiva è il motore che tiene viva la democrazia dal basso, quella vera, fatta di ascolto, confronto e azioni concrete.
Il territorio del sud-est della provincia di Viterbo ha una straordinaria ricchezza di energie, idee e potenzialità. Sono certo che sotto la guida di Fabio, il gruppo saprà valorizzarle al meglio, mantenendo saldi i nostri principi di equità, giustizia sociale e partecipazione.
Avanti insieme, con coerenza e determinazione.
Massimo Erbetti
Coordinatore provinciale M5S
Gaza arriva in Consiglio Comunale: la proposta di Sances e il silenzio delle istituzioni
MONTEFIASCONE - Le complesse dinamiche del conflitto israele-palestinese entrano a piè pari al Consiglio Comunale di Montefiascone. Grazie al consigliere Michele Sances che nel suo intervento sottolinea l’importanza di “denunciare con forza la grave crisi umanitaria in corso nella Striscia di Gaza, dove attualmente un bambino su tre muore di fame.” Nel proporre di approvare una mozione ufficiale di condanna, evidenzia tanto “l’importanza e la solennità del Consiglio Comunale», quanto il criticabile fatto che «troppo spesso le istituzioni restano in colpevole silenzio davanti alle tragedie umanitarie».
Di fronte all’invito a votare favorevolmente una risoluzione di condanna verso la situazione in Palestina ed allo stesso tempo a riconoscere il diritto di autodeterminazione dei popoli, l’opposizione dopo un’iniziale apertura durante la quale aveva proposto di integrare nella mozione anche una condanna della guerra in Ucraina (richiesta immediatamente accolta), ha però successivamente sollevato una questione procedurale, sottolineando come la mozione non fosse stata inserita formalmente tra i punti previsti all’ordine del giorno, impedendo così la votazione e l’approvazione del testo.
Lo avevamo promesso: lUniversità della Tuscia non sarà lasciata sola
VITERBO - Lo avevamo promesso: l'Università della Tuscia non sarebbe stata lasciata sola.
Nel testo finale della proposta di legge 217/2025, approvata dal Consiglio regionale, è stato inserito lo stanziamento di 3 milioni di euro destinati al ripristino e alla riqualificazione dei laboratori del Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell'Università della Tuscia, gravemente danneggiati dal rogo del 4 giugno scorso.
Un risultato importante, frutto di un'attenzione concreta al territorio che, nelle scorse settimane, si era già tradotta nella presentazione da parte del gruppo PD di un emendamento da un milione di euro, poi ritirato per convergere su un intervento più incisivo e condiviso. I 3 milioni di euro previsti nel testo finale, attraverso un emendamento firmato in modo congiunto dal consiglio regionale, rappresentano un traguardo significativo, in linea con il solco tracciato dalla nostra proposta iniziale.
Il contributo, suddiviso tra il 2025 e il 2027, è finalizzato anche all'acquisto di attrezzature scientifiche, strumentazioni tecnologiche, dotazioni necessarie alle attività e alla realizzazione di interventi infrastrutturali. Una risposta tempestiva ed efficace e un sostegno concreto a un polo di eccellenza colpito al cuore, fondamentale per lo sviluppo della Tuscia.
Un altro atto che dà senso e profondità all'impegno delle istituzioni è lo stanziamento di 2,1 milioni di euro a favore delle popolazioni di Gaza e Cisgiordania, destinato a interventi di emergenza e progetti di assistenza umanitaria. Un segnale forte, scaturito da un emendamento presentato dalle opposizioni a cui è stato dato seguito dalla Giunta e dal presidente Rocca.
Di fronte all'orrore di una guerra che ha superato ogni limite, allo sterminio per fame, alla distruzione sistematica di vite umane, infrastrutture e speranze, nessuno e men che meno le istituzioni, può restare in silenzio. È nostro dovere, come rappresentanti delle comunità democratiche, ribellarci alla logica della cinica persecuzione di un popolo ridotto allo stremo. Non si tratta solo di solidarietà, ma di giustizia, umanità, memoria storica. Questo gesto rappresenta un monito e un appello a tutte le istituzioni: non voltarsi dall'altra parte, non restare inermi.
Enrico Panunzi Vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio
La procura di Viterbo indaga i fratelli Alberto e Stefano Calevi
VITERBO - La procura di Viterbo indaga i fratelli Alberto e Stefano Calevi, titolari di un’azienda agricola F.lli Calevi in zona Castel d’Asso, con l’accusa di sfruttamento del lavoro e intermediazione illecita, per il quale è stato chiesto un rinvio a giudizio. Le paghe irrisorie, i turni massacranti e l’assenza totale di ferie sarebbero al centro della questione.
L’arma dei Carabinieri di Viterbo, delegata dal pm Massimiliano Siddi, ha dato il via all’indagine in seguito alla denuncia partita da due operai. Questa ha messo in evidenza come, nell’arco di 18 mesi, sia stata portata avanti una gestione ritenuta sistematicamente irregolare ed illecita. Oltre un centinaio di braccianti e lavoratori, secondo gli accertamenti, sarebbero stati costretti a turni massacranti di oltre 13 ore con paghe misere, a volte inferiori a cinque euro l’ora, e senza alcun giorno di riposo. Gli inquirenti sostengono che questo trattamento avrebbe violato in maniera sistematica e continuativa le norme stabilite su orari, sicurezza e condizioni di lavoro.
L’udienza preliminare si terrà il 15 gennaio 2026 davanti al gup Fiorella Scarpato, mentre i due imprenditori, rispettivamente di 64 e 58 anni, saranno difesi dagli avvocati Giuliano Migliorati e Agnese Sciullo. Il procedimento penale fa riferimento all’articolo 603-bis del codice penale, che punisce il caporalato e lo sfruttamento del lavoro. I fratelli Calevi vengono accusati infatti di tre capi d’imputazione: non aver garantito salari conformi ai contratti collettivi nazionali e provinciali, di aver violato la normativa sull’orario di lavoro, riposi settimanali e ferie ed infine ignorato le normative riguardanti la sicurezza e l’igiene sul posto di lavoro.
L’azienda agricola in questione, situata in zona Castel d’asso, nei pressi della necropoli etrusca, più precisamente in via Procoio, sarebbe finita al vaglio degli inquirenti tra il gennaio del 2022 e il giugno del 2023. Ad aggravare ulteriormente una situazione già particolarmente degradante, secondo la Procura, 104 lavoratori sarebbero stati impiegati in lavori agricoli gravosi, senza considerare le condizioni nelle quali i braccianti sarebbero stati prima trasferiti nei campi e poi ammassati su rimorchi agricoli utilizzati per il trasporto di ortaggi. L’accusa principale mossa dalla procura ai fratelli Calevi sarebbe quella di “sfruttamento in stato di bisogno”, secondo la quale si sarebbero approfittati delle difficoltà e delle vulnerabilità dei propri dipendenti, molti dei quali extracomunitari.
Il 10 dicembre 2024 il gip aveva disposto il sequestro preventivo dell’azienda, salvo poi modificare il provvedimento. Il 30 gennaio infatti il gip, su richiesta del pubblico ministero Siddi, ha disposto l’ordine di controllo giudiziario dell’azienda come misura alternativa al sequestro della stessa, sostenendo che “l’interruzione dell’attività imprenditoriale può comportare ripercussioni negative sui livelli occupazionali”. La motivazione che ha comportato questa modifica è stata dovuta all’intervento della difesa, che ha evidenziato come, tra l’ultima ispezione datata giugno 2023 e il provvedimento di sequestro, i datori di lavoro sarebbero intervenuti avviato una riorganizzazione interna, con manovre mirate a correggere le irregolarità ed includere tutte le ore lavorate nelle buste paga.
La maggior parte dei braccianti agricoli, classificati come “ex addetti alla raccolta prodotti” secondo la stima avrebbero percepito tra i cinque e i sei euro l’ora, retribuzioni che, secondo l’accusa, sarebbero irregolari ed in netto contrasto con quanto previsto dai contratti collettivi nazionali e provinciali.
Questo episodio ha avuto una risonanza mediatica importante, dalla quale è emerso il tema centrale dello sfruttamento nel settore agricolo che da anni affligge la società ed è considerata una questione sociale irrisolta. Il caso Calevi ha messo in luce le fragilità del sistema agricolo, ponendo l’attenzione sulle difficili condizioni lavorative.