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LIstituto Paolo Savi accoglie il nuovo indirizzo Servizi culturali e dello spettacolo nel ...
VITERBO - L’Istituto Paolo Savi di Viterbo accoglie con favore la delibera del consiglio provinciale sul piano di riorganizzazione della rete scolastica 2026.2027, che prevede, tra le altre cose, l’attivazione dell’indirizzo Servizi culturali e dello spettacolo al Savi.
Si tratta di un indirizzo professionale che promuove, oltre allo studio che delle materie tradizionali, anche l’approfondimento di tecniche e tecnologie della comunicazione visiva, dei linguaggi fotografici e dell’audiovisivo, con esercitazioni di laboratorio, del quale è dotato l’Istituto nella sua sede centrale.
Il nuovo indirizzo si inserisce sull’ampia offerta formativa già presente nell’istituto.
La sede storica di viale Raniero Capocci ospita quello che costituisce il cuore pulsante dell’attività didattica, con numerosi indirizzi: il tecnico economico, che si articola in amministrazione finanza e marketing, turismo, sistemi informativi aziendali, relazioni internazionali per il marketing; cui si è aggiunto negli ultimi anni il professionale odontotecnico. Nella stessa sede è presente anche il corso serale per l’istruzione degli adulti in sistemi informativi aziendali. Ma non finisce qui, per sistemi informativi aziendali è attivo anche un percorso diurno quadriennale. L’istituto poi si articola anche in un ulteriore percorso di istruzione per adulti, all’interno della casa circondariale Mammagialla, con un ruolo oltre che formativo anche di reinserimento sociale.
Da un triennio inoltre il Savi si è allargato oltre i confini cittadini, acquisendo la sede del liceo scientifico di Tuscania, con i percorsi sia tradizionale che scienze applicate.
L’aggiunta del nuovo indirizzo Servizi culturali e dello spettacolo, che auspichiamo venga confermata dalla Regione Lazio, si presenta quindicome un ulteriore arricchimento delle possibilità di scelta da parte delle famiglie, in una società sempre più complessa, che richiede una molteplicità di competenze necessarie per costruire il proprio progetto di vita.
Viterbo, ritiro rifiuti durante le festività Ognissanti
Si comunica che, in occasione della giornata festiva infrasettimanale (Ognissanti) di sabato 1 novembre, il servizio di ritiro rifiuti porta a porta, sul territorio comunale, sarà garantito con le seguenti modalità:
ZONA A – CS – Centro Storico
- Raccolta antimeridiana secco residuo (cosiddetto indifferenziato) per tutte le utenze domestiche e non domestiche.
- Raccolta pomeridiana imballaggi in cartone per le sole utenze non domestiche.
- Raccolta pomeridiana imballaggi in plastica e metallo per le sole utenze non domestiche.
ZONA B1:
- Raccolta antimeridiana imballaggi in plastica e metallo per tutte le utenze domestiche e non domestiche.
ZONA B2:
- 
Non prevista raccolta.
 
ZONA B3:
- Raccolta antimeridiana imballaggi in plastica e metallo per tutte le utenze domestiche e non domestiche.
ZONA B4:
- Raccolta antimeridiana imballaggi in vetro per tutte le utenze domestiche e non domestiche.
ZONA C:
Regolare effettuazione della raccolta rifiuti presso le isole di prossimità. Con l'occasione si ricorda che presso le isole di prossimità è fatto divieto di conferire qualsiasi tipo di rifiuto, e con qualsiasi modalità, da parte di cittadini non residenti nel comune di Viterbo e da parte dei titolari di attività non insediata nello stesso; è vietato conferire e abbandonare i rifiuti di qualsiasi natura e origine sul suolo al di fuori dei contenitori; è vietato conferire rifiuti presso isole di prossimità diverse da quella assegnata.
Nella suddetta giornata festiva i centri comunali di raccolta di Grotte Santo Stefano in via Lucca e quello del Poggino a Viterbo resteranno chiusi.
Per consultazione suddivisione zone https://viterboambiente.net/pagine/calendari-viterbo . Per ulteriori informazioni www.viterboambiente.net
Si comunica inoltre che domenica 2 novembre sarà garantita la regolare raccolta antimeridiana dell'organico per le sole utenze non domestiche del settore ristorazione della Zona A - Centro Storico di Viterbo.
Previsioni meteo per sabato 1 novembre
Viterbo
Sabato. Condizioni di tempo stabile nel corso della giornata con nubi sparse e ampie schiarite. In serata e nottata ancora tempo asciutto ma con qualche addensamento in più in transito. Temperature comprese tra +12°C e +22°C.
Domenica. Nubi sparse e schiarite nel corso della giornata ma con tempo stabile sia al mattino che al pomeriggio. Nessuna variazione in serata ma con nuvolosità in aumento, possibili piogge nella notte. Temperature comprese tra +12°C e +19°C.
Lazio
Sabato. Nubi sparse e schiarite su tutta la regione nel corso della giornata ma con tempo asciutto sia al mattino che al pomeriggio. Qualche addensamento in più in transito in serata e nottata ma sempre con tempo stabile.
Domenica. Condizioni di tempo stabile su buona parte della regione nel corso della giornata con nuvolosità alternata a schiarite. In serata poche variazioni ma con nuvolosità in aumento, piogge sparse in arrivo nella notte sui settori centro-settentrionali.
NAZIONALE
AL NORD
Al mattino nuvolosità irregolare in transito su tutte le regioni. Al pomeriggio non sono previsti cambiamenti sostanziali con isolati piovaschi tra Liguria e Piemonte. Tra la serata e la notte tempo in peggioramento con qualche precipitazioni sui settori alpini e prealpini.
AL CENTRO
Tempo stabile al mattino con cieli sereni o poco nuvolosi, maggiori addensamenti tra Umbria e Toscana. Al pomeriggio nuvolosità in graduale aumento ma con tempo ancora asciutto. Tra la serata e la notte si rinnovano condizioni di tempo stabile con nuvolosità alternata a schiarite.
AL SUD E SULLE ISOLE
Al mattino tempo stabile con cieli sereni o poco nuvolosi, locali piogge sulla Sicilia orientale. Al pomeriggio poche variazioni con ancora precipitazioni sulla Sicilia, maggiori spazi di sereno sulle regioni peninsulari. In serata e in nottata ancora tempo stabile con cieli sereni o poco nuvolosi; più coperto sulle Isole Maggiori.
Temperature minime in calo al centro-nord, stabili o in rialzo al nord; massime stazionarie o in aumento su tutta la penisola.
Tragedia allalba sullA1, trentenne travolto e ucciso tra Orte e Fiano Romano, maxi ...
ORTE – Tragico incidente all’alba di oggi sull’autostrada A1 Milano-Napoli, nel tratto compreso tra Orte e Fiano Romano, precisamente tra le uscite di Ponzano-Soratte e Magliano Sabina. Un uomo di 30 anni ha perso la vita dopo essere stato travolto da un altro veicolo mentre si trovava fuori dalla propria auto.
Secondo una prima ricostruzione, il giovane – per cause ancora in fase di accertamento – sarebbe sceso dal mezzo fermo sulla corsia quando è stato centrato da un veicolo in transito, che non ha potuto evitarlo. L’impatto è stato violentissimo e per lui non c’è stato nulla da fare.
La tragedia ha causato lunghe code e forti rallentamenti in direzione sud, con ripercussioni anche sulla viabilità secondaria. Il tratto autostradale in direzione Roma è stato temporaneamente chiuso al traffico per consentire i rilievi e le operazioni di soccorso.
Poco dopo, nello stesso tratto, si è verificato anche un maxi tamponamento tra quattro mezzi pesanti, a causa delle code formatesi in seguito al primo incidente. Nello schianto, uno dei camionisti è rimasto gravemente ferito: la motrice del suo tir è andata distrutta nell’impatto con un altro autoarticolato. L’uomo è stato trasportato d’urgenza in ospedale in codice rosso.
Gli agenti della polizia stradale stanno lavorando per ricostruire l’esatta dinamica dei due episodi e verificare se ci siano ulteriori mezzi o persone coinvolte.
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Riaprire lospedale SantAnna di Ronciglione, il grido del comitato Amici del SantAnna per ...
RONCIGLIONE – “Il tempo, quando si parla di soccorsi, può significare la vita o la morte”. Con queste parole cariche di urgenza Fabio Troncarelli, presidente del comitato “Amici del Sant’Anna”, lancia un nuovo appello per la riapertura dell’ospedale Sant’Anna di Ronciglione, chiuso parzialmente da anni e oggi ridotto a un presidio infermieristico con una sola ambulanza.
Il comitato, da tempo impegnato in una battaglia civile per la tutela della sanità pubblica nella provincia sud di Viterbo, denuncia una situazione che definisce “critica e inaccettabile” per circa 75mila cittadini, oggi privi di un vero punto di riferimento per le emergenze sanitarie.
“Dopo la chiusura del pronto soccorso di Ronciglione – spiega Troncarelli – la provincia sud è rimasta scoperta. I collegamenti con Viterbo, attraverso la Cassia e la Cimina, sono difficili, spesso soggetti a frane, cadute di alberi, nebbia o ghiaccio. Le ambulanze sono costrette a percorsi tortuosi che allungano i tempi di intervento, e quei minuti possono costare la vita”.
Una condizione aggravata dalle caratteristiche morfologiche del territorio, attraversato da strade di montagna come la SP39 Valle di Vico e la SP81 Madonnina dei Cimini, che passano all’interno della riserva naturale del Lago di Vico. Qui, oltre ai rischi climatici, sono frequenti anche gli incidenti causati dagli attraversamenti improvvisi di animali selvatici. “È un percorso difficile persino per chi lo conosce – afferma Troncarelli – figuriamoci per i mezzi di soccorso che devono muoversi rapidamente e in sicurezza”.
Il comitato chiede che l’ospedale Sant’Anna venga riconosciuto come presidio in zona particolarmente disagiata, così come previsto dal Decreto Legislativo 70/2015, e che sia riattivato un pronto soccorso funzionante, insieme a una seconda ambulanza, ambulatori specialistici e un piccolo reparto di medicina e prevenzione.
“Il Sant’Anna non deve sostituire l’ospedale Santa Rosa di Viterbo, ma affiancarlo e alleggerirne il carico – sottolinea Troncarelli –. Potrebbe occuparsi delle urgenze minori, della prevenzione e dell’assistenza agli anziani e ai lavoratori agricoli. È una questione di logica e buon senso, non di politica”.
L’ospedale di Ronciglione, ricordano dal comitato, è una struttura moderna e ristrutturata, con 112 posti letto, due sale operatorie e locali a norma, oggi paradossalmente inutilizzati. L’importanza della struttura è tale anche perché è l’unico che ha il cancello su una strada ad alta densità di circolazione, consentendo così lo smaltimento del traffico in entrata e in uscita. “È inspiegabile che dopo la ristrutturazione sia stato depotenziato anziché valorizzato – prosegue Troncarelli –. Per decenni è stato un punto di riferimento per tutta la zona, con un coefficiente di esercizio tra i più alti della provincia. Venivano qui anche dai comuni limitrofi, perché il Sant’Anna era considerato un’eccellenza”.
Oggi, invece, chi vive nei centri della Tuscia meridionale deve percorrere decine di chilometri per raggiungere l’ospedale Santa Rosa o, in molti casi, rivolgersi a strutture private. “È assurdo che un territorio così vasto e popolato sia tagliato fuori – continua Troncarelli –. Gli ospedali periferici come il Sant’Anna potrebbero alleggerire i grandi presidi, gestire la medicina di base e la prevenzione, e garantire assistenza più capillare. Invece, con la chiusura, si è tolto un punto vitale senza considerare le difficoltà reali del territorio”.
La denuncia del comitato non è solo tecnica, ma profondamente umana. Troncarelli racconta con amarezza due episodi recenti: “Due persone recentemente sono morte davanti ai cancelli dell’ospedale chiuso. È un dolore che non possiamo accettare. Sapere che una struttura pronta e funzionante poteva salvare delle vite e non è stata usata è qualcosa che segna una comunità intera”.
L’appello finale è chiaro: “Chiediamo all’Asl e alla Regione Lazio di riflettere seriamente sulla riattivazione del Sant’Anna, per una questione logica. È una struttura strategica, in una posizione baricentrica rispetto a tutta la provincia sud, facilmente raggiungibile e dotata di spazi e attrezzature. In una provincia con il 40% di territorio agricolo, dove gli infortuni e gli incidenti domestici sono frequenti e molti anziani non possono spostarsi, la presenza di un presidio locale può fare la differenza.
Perché non si tiene in considerazione il fattore tempo? Che valore gli diamo? La risposta è semplice, il tempo, in sanità, è tutto. E in questo territorio, ogni minuto può valere una vita.
600 mila euro dalla Regione per i libri di testo della scuola
di Fabio Tornatore
VITERBO - Ammonta a 596 mila euro l'importo versato ai comuni della provincia di Viterbo per i libri di testo scolastici alle famiglie: 2955 richieste sono state soddisfatte. Centoventi mila euro vanno ai bambini e ragazzi della Città dei Papi.
Il caro libri di inizio anno scolastico è una delle spese che maggiormente pesano sui bilanci familiari di settembre, per chi ha un figlio, o spesso anche più di uno, che iniziano la scuola. La Regione Lazio ha allora stanziato un fondo suddiviso tra le province: 596 mila euro dunque alla Tuscia. 457 mila euro per la scuola dell'obbligo e 138 mila per l'ultimo triennio della scuola superiore.
Sono infatti 2176 le richieste per primaria, scuol,e medie e primo biennio della secondaria di primo grado, e 779 per terza, quarta e quinta della secondaria di secondo grado. Il comune che ha incassato l'importo maggiore è Viterbo, con 122 mila euro: 95 mila euro per 453 richieste nella scuola dell'obbligo e 27 mila euro, corrispondenti a 153 domande, per le superiori, con 606 richieste totali. Dopo il capoluogo, per entità di importo, c'è Tarquinia con 34 mila euro erogati e 173 domande, Civita Castellana con 32 mila euro e 161 richieste, e Vetralla, con 23 mila euro e 118 domande.
La sfida verde di Viterbo: 55% in meno di CO2 entro il 2030
VITERBO - Approvato il nuovo Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC), un documento strategico che aggiorna e amplia gli obiettivi fissati dal precedente PAES del 2016. Il traguardo è ambizioso: ridurre del 55% le emissioni di CO₂ entro il 2030, rispetto ai livelli del 2012.
Un percorso che parte da lontano. Dal 2014, anno di adesione al Patto dei Sindaci, Viterbo ha già raggiunto risultati significativi: una riduzione del 36% delle emissioni e un forte sviluppo delle energie rinnovabili. Nel solo 2023 gli impianti fotovoltaici censiti sul territorio coprivano circa 10 km², ciò si traduce in una produzione capace di soddisfare due volte il fabbisogno energetico della provincia.
Il PAESC non si limita però alla transizione energetica: affronta i rischi legati al cambiamento climatico, dalle ondate di calore alla carenza idrica (con perdite nella rete pari al 34,5%), fino alle criticità di agricoltura e foreste. Tra le azioni previste anche il PINQUA, che introduce sistemi drenanti e nuove aree verdi nei parcheggi urbani.
Durante la discussione tenutasi durante l’ultimo consiglio comunale, il tono è stato costruttivo. “Serve un approccio pragmatico, non ideologico — ha proposto l’assessore all’urbanistica Emanuele Aronne — potremmo non beneficiare personalmente dei risultati, ma dobbiamo agire ora”.
Per la consigliera capogruppo Fratelli d’Italia, Laura Allegrini “non si può più pensare di procedere senza una programmazione e una sinergia condivisa”; anche Andrea Micci (Lega) ha parlato di “piano necessario per dare regole chiare al settore delle rinnovabili”. Più cauta la consigliera Luisa Ciambella, che invita a “non morire di ecologismo” e a vigilare contro un uso eccessivo del suolo.
“Il clima è la vera emergenza del nostro tempo — ha ricordato il consigliere Paolo Moricoli — ma oggi Viterbo dimostra che cambiare rotta è possibile”.
Consorzio unico industriale: Civita Castellana dice sì, ma il distretto ceramico resta diviso
CIVITA CASTELLANA - Il comune di Civita Castellana, capofila del distretto ceramico, ha deciso di aderire in qualità di socio al consorzio unico industriale, l'ente che riunisce in un'unica organizzazione i consorzi industriali del Lazio. La proposta è stata votata all'unanimità durante il consiglio comunale di mercoledì 29 ottobre. Astenuti M5S e Rifondazione comunista.
L'atto fa seguito a numerosi incontri informativi che si sono tenuti sul territorio a cui ha preso parte anche il commissario del consorzio Raffaele Trequattrini e i sindaci del distretto, su invito dell'amministrazione, dell'Apea, area produttiva ecologicamente attrezzata, e Federlazio. L'obiettivo è quello di incanalare tutti i comuni del distretto all'interno del consorzio ed entrare così a pieno titolo nella rete delle imprese ottenendo vantaggi finanziari per le aziende.
Il sindaco Luca Giampieri ha parlato 'di un risultato fondamentale per la città utile a valorizzare il meglio della produzione e attrarre nuove imprese'. Tuttavia, nonostante il segnale forte lanciato da Civita Castellana (e in precedenza da Castel Sant’Elia), il resto del distretto resta fermo ai blocchi di partenza. Comuni come Fabrica di Roma, Corchiano, Nepi, Gallese, Faleria e Sant’Oreste non hanno ancora formalizzato alcuna adesione, rischiando di rimanere ai margini di una riorganizzazione strategica del tessuto industriale laziale.
'L’ingresso nel consorzio - ha commentato Antonio Sini, presidente dell'Apea - non è solo una formalità amministrativa, ma è un accesso sicuro a una piattaforma regionale di sviluppo per attivare sinergie, attrarre investimenti e soprattutto non perdere il treno dei finanziamenti pubblici e privati destinati alle aree produttive attrezzate. Ringrazio il sindaco Luca Giampieri e i consiglieri comunali per aver deliberato in favore di questo progetto, ora però anche gli altri Comuni devono fare la loro parte. La loro mancata partecipazione rischia di compromettere la coesione territoriale e di creare disparità tra imprese che operano nello stesso bacino produttivo ma con condizioni di accesso ai benefici profondamente diverse'.
Il consorzio unico industriale del Lazio, attualmente il più grande d'Italia, è nato nel 2021 dalla fusione di cinque enti industriali presenti sul territorio regionale (Asi Frosinone, Cosilam, Consorzio Roma-Latina, Consorzio di Rieti e Consorzio Sud pontino). Attualmente non ricomprende la provincia di Viterbo e il polo ceramico civitonico. Per questo motivo gli enti locali si stanno attivando per entrare a farne parte spingendo per allargare la platea societaria.
Si tratta di un passo significativo verso la riorganizzazione e l'efficientamento della gestione delle aree industriali nel Lazio, attraverso la centralizzazione delle funzioni in un unico consorzio con il quale la Regione punta a creare un ambiente più favorevole allo sviluppo industriale e all'attrazione di nuovi investimenti.
Di recente il Governo ha assegnato 100 milioni per la realizzazione di interventi a sostegno delle attività economiche e finalizzati a contrastare i fenomeni di deindustrializzazione. Di questi - 20milioni -, spettanti alla provincia di Viterbo, potrebbero andare perduti se la Tuscia continua a rimanere fuori dal Consorzio.