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Camion con rifiuti radioattivi fermi da settimane alla discarica di Monterazzano
VITERBO – Allarme radioattività alla discarica di Monterazzano, dove da quasi un mese tre camion provenienti da Civitavecchia risultano fermi in un’area isolata dopo che i controlli all’ingresso del sito hanno segnalato valori di radiazioni superiori ai limiti consentiti.
I mezzi, appartenenti alla società Csp, che gestisce il servizio di raccolta rifiuti nella città portuale, trasportavano rifiuti indifferenziati destinati allo smaltimento nel viterbese. L’anomalia è stata rilevata dai sensori radiometrici durante le operazioni di scarico, quando alcuni operatori hanno notato valori anomali nei rilevamenti.
Immediato il blocco dei camion e la loro messa in sicurezza in una zona interdetta, mentre Asl e Arpa Lazio hanno avviato verifiche indipendenti per accertare la natura del materiale e il livello effettivo di contaminazione.
Secondo le prime ipotesi, all’interno dei carichi potrebbero esserci frammenti metallici o componenti elettronici di origine industriale accidentalmente contaminati, forse provenienti da demolizioni o da materiale riciclato senza i dovuti controlli.
La Csp ha intanto avviato un’indagine interna per chiarire come rifiuti contenenti elementi radioattivi possano essere finiti nei carichi destinati alla discarica. Solo dopo il ripristino dei valori entro la norma si potrà procedere alla bonifica e alla rimozione dei mezzi.
Nel frattempo, l’area di Monterazzano resta sotto costante sorveglianza, con controlli periodici per monitorare eventuali variazioni nei livelli di radioattività.
Rave di Valentano, una festa da dimenticare: 26enne denuncia violenza sessuale nel camper
VITERBO – “Una festa da dimenticare, con un clima da scappati di casa.” Così una delle partecipanti ha descritto il rave party di Valentano, sul lago di Mezzano, che nell’estate del 2021 aveva richiamato oltre diecimila persone da tutta Italia ed Europa. Tra i partecipanti, anche una giovane di 22 anni all’epoca dei fatti, oggi ventiseienne, che ha denunciato una violenza sessuale avvenuta all’interno di un camper durante la notte di Ferragosto.
Nel processo in corso davanti al tribunale di Viterbo, la ragazza ha raccontato di essere stata chiusa in un camper e palpeggiata da un giovane che, secondo l’accusa, avrebbe anche tentato di costringerla a un rapporto sessuale. “Mi aveva dato un passaggio dal Garda fino al lago di Mezzano – ha detto la vittima in aula – ma durante il viaggio ha iniziato a bere e a toccarmi. Mi diceva che dovevo farmi scopare perché mi aveva accompagnata fin lì. Quando cercavo di evitarlo, diventava aggressivo e mi insultava.”
La 26enne ha poi descritto in aula un clima di paura e isolamento, aggravato dal caos del raduno. Il ragazzo infatti, che era a conoscenza dei vari disturbi della ragazza, avrebbe spostato il camper in mezzo alla calca per farla entrare nel panico e rendere quella situazione insostenibile, come spiegato dalla vittima. La sera di Ferragosto poi sarebbe entrato mentre la ragazza si stava cambiando, l’avrebbe afferrata e si sarebbe strusciato su di lei reiteratamente.
Sola e sotto shock, la giovane ha contattato la madre, che l’ha convinta a rivolgersi ai carabinieri. È così scattata la denuncia che ha portato al processo a carico dell’imputato, difeso dagli avvocati Fausto Barili e Flavio Bianchi. La madre della vittima sarà sentita alla prossima udienza.
Durante la stessa seduta, un’altra ragazza presente al rave ha parlato di “tre giorni tra droga e alcol” e di un’atmosfera completamente fuori controllo: “Era molto agitata e piangeva quasi sempre. Ho visto insulti e scatti di rabbia da parte del ragazzo, ma non le molestie che avvenivano nel camper. Si capiva però che era successo qualcosa di grave.”
Il maxi raduno di Valentano, già salito alle cronache per la morte di un 24enne annegato e per i danni subiti dai proprietari dei terreni occupati, è al centro anche di un altro procedimento. Un 37enne albanese è infatti imputato per invasione di terreni, contestata in concorso. Gli imprenditori Piero e Vincenzo Camilli, locatari dell’area agricola, hanno denunciato 300mila euro di danni e chiesto un risarcimento al Ministero dell’Interno, respinto dal giudice poiché all’epoca “non esisteva obbligo giuridico di intervento” prima del decreto anti-rave.
Le prossime udienze sono attese per gennaio, quando saranno ascoltati i Camilli e altri testimoni.