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Viterbo tra le province con meno ultracentenari in Italia
di Fabio Tornatore
VITERBO - Viterbo si è classificata tra le province in Italia con meno abitanti che raggiungono età oltre 105 anni: solo 39 se si contano tutti i cittadini che hanno soffiato 105 candeline o più dal 2009 al 2025. Il peggiore risultato tra le città del centro-nord, come Viterbo solo Catanzaro, Crotone, Ragusa e Barletta.
I risultati pubblicati dall'ISTAT non fotografano una situazione felice per gli abitanti della Tuscia: nonstante sia una provincia dall'età avanzata e con pochi giovani non garantisce comunque, a quanto dicono i dati ISTAT, un'elevata aspettativa di vita. Il territorio infatti ospita circa 300 mila abitanti: nell'anno in corso ci sono 3 residenti con più di 105 anni, 3 lo scorso anno, 2 l'anno precedente. Tra il 2009 e il 2013 oscillavano tra 0 e 1. Nel centro della penisola nessuno ha un conteggio così basso, al nord solo la Valle d'Aosta, che conta 38 nonnini oltre i 105 anni in questi 16 anni, ma con 122 mila abitanti, e Lodi, con 24 e 230 mila abitanti.
Per il resto solo nelle province del sud Italia ci sono dati tanto sconfortanti: peggio di Viterbo risulta Catanzaro, con 39 ultracentenari e con 350 mila residenti, Barletta, con 34 persone con più di 105 anni e 376 mila abitanti. Più di una provincia al sud Italia ha avto meno residenti ultracentenari, ma con meno abitanti: Isernia con 17 e 78 mila residenti, Vibo Valentia con 37 e 150 mila abitanti, e Enna: 35 ultracentenari e 153 mila abitanti.
Vignanello, tra degrado e paura: gatta uccisa e vandalismi davanti alla scuola, il borgo della ...
VIGNANELLO – Nel piccolo borgo della Tuscia, conosciuto per la sua bellezza e per aver recentemente conquistato il terzo posto al concorso “Il Borgo dei Borghi 2025”, si trova oggi a fare i conti con una realtà molto diversa da quella dell’immaginario collettivo.
Secondo una segnalazione, lunedì 3 novembre ignoti avrebbero tagliato i fili del cancello dell’Istituto Comprensivo di Vignanello, sede della scuola media. Poche ore dopo, nei pressi dell’ingresso, sarebbe stato ritrovato il corpo senza vita di una gatta, uccisa presumibilmente a sassate. Accanto all’animale – riferisce chi ha assistito al ritrovamento – erano presenti pietre macchiate di sangue. Il cancello è stato riparato e il corpo dell’animale rimosso, ma a quanto risulta, non sarebbe stata sporta alcuna denuncia.
A distanza di una settimana, oggi 10 novembre, i fili del cancello sarebbero stati nuovamente tranciati, facendo temere che dietro questi episodi ci siano atti deliberati di vandalismo.
Ma gli abitanti del paese raccontano che questi non sarebbero casi isolati. Nella zona di Talano infatti, in particolare, diversi residenti avrebbero denunciato da tempo danneggiamenti alle auto – colpite con picconi, ammaccate o con specchietti e fanali rotti – oltre a schiamazzi, bestemmie, corse in moto anche contromano e parcheggi selvaggi nei posti riservati ai disabili. Nonostante le segnalazioni ripetute alle autorità, la percezione è quella di un’assenza di interventi mirati ed efficaci.
Un quadro preoccupante, che si intreccia con un problema di sicurezza e di degrado sociale. “È come se tutto fosse lasciato correre”, lamentano alcuni cittadini, chiedendo maggiore presenza delle forze dell’ordine e misure concrete di prevenzione.
Sacrario ed il caso panchine: a pagare sono in molti per colpa di pochi
VITERBO – È diventato un caso mediatico quello della misteriosa sparizione delle panchine dal Sacrario, punto nevralgico della città che negli ultimi giorni ha dato modo di far parlare di sé.
C’è chi pensa si tratti di una mossa per contrastare il degrado causato “dai soliti dieci”, e chi invece ritiene sia una misura temporanea, pensata per evitare situazioni di bivacco e favorire la sicurezza della zona. Ma di certezze, al momento, ce ne sono poche.
Quel che è certo è che le panchine sono state effettivamente tolte, ma il motivo ufficiale non è stato ancora chiarito. Le ipotesi si moltiplicano, così come le opinioni dei cittadini. Di fatto, però, il Sacrario negli ultimi mesi è stato più volte teatro di disordini e tensioni, spesso nati da contrasti tra gruppi/bande, che hanno contribuito a creare una percezione diffusa di insicurezza.
L’amministrazione, dopo aver tentato di arginare il fenomeno con un’ordinanza antibivacco, ha visto tornare la situazione al punto di partenza una volta scaduti gli effetti del provvedimento. Ora si attende il nuovo regolamento di Polizia Urbana, fermo al 1935, che dovrebbe aggiornare e rafforzare gli strumenti a disposizione per la gestione del decoro e della sicurezza. Nel frattempo, la rimozione delle panchine sembra essere stata considerata come una misura temporanea in attesa di soluzioni più strutturali.
Resta però l’amaro in bocca: per colpa di pochi, a pagare sono in molti. Un po’ come a scuola, quando per colpa di uno che faceva confusione veniva punita l’intera classe. In questo caso, per via dei disordini causati da un manipolo di persone, l’intera cittadinanza si ritrova oggi privata di un piccolo ma importante spazio di socialità. E allora, viene spontaneo chiedersi: con chi è più giusto prendersela? Con l’amministrazione che cerca di contenere il problema, o con chi quel problema lo ha generato?