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Pendolari allo stremo sulla Roma Nord, i sindaci chiedono di istituire un osservatorio permanente
VITERBO - Il malumore dei pendolari della ferrovia Roma-Nord (tra le peggiori in Italia secondo Legambiente) ha ormai raggiunto livelli di esasperazione. E non è difficile comprenderne i motivi, tra ritardi cronici, corse soppresse e treni sovraffollati, per gli studenti e i lavoratori che ogni giorni si spostano verso Roma la vita sta diventando un inferno.
Il recente avvio dei lavori notturni di Astral lungo la linea urbana, con ben otto cantieri aperti, ha ulteriormente peggiorato la situazione. I treni, già rari e sovraffollati, subiscono rallentamenti e disagi costanti. Nella tratta extraurbana, fatta eccezione per una manciata di collegamenti tra Viterbo e Vignanello, il servizio è praticamente sospeso.
Ma mentre le rimostranze dei viaggiatori appaiono più che legittime, il comitato Pendolari della Ferrovia Roma Nord chiede maggiore trasparenza e organizzazione: 'Cotral e Astral sono nel pieno caos organizzativo - incalzano -. Sono loro i responsabili del disastro. Invece di emanare direttive che peggiorano l’accoglienza a bordo, come la chiusura dei treni all'arrivo in stazione, la dirigenza dovrebbe trovare soluzioni per favorire l’accesso e la sicurezza degli utenti”.
All'orizzonte pare prospettarsi anche l'eventualità di una richiesta formale alla regione Lazio di chiudere i cantieri in tratta urban per farli riprendere in estate. Nel frattempo nei giorni scorsi i sindaci dei comuni interessati si sono riuniti, seppure Cotral, Astral e Regione non abbiano preso parte all'incontro. Un’assenza giudicata inaccettabile dai presenti, che avrebbero voluto un confronto diretto con le istituzioni competenti per chiarire ritardi, criticità e prospettive concrete.
'Nel corso della riunione - spiega il sindaco di Riano - è stata ribadita con forza la necessità di istituire un Osservatorio permanente tra istituzioni e comitati, con l’obiettivo di garantire un dialogo trasparente e continuativo e, soprattutto, di monitorare puntualmente lo stato di avanzamento dei lavori, così come la comunicazione con gli utenti.
Uno strumento ritenuto fondamentale per evitare ulteriori disagi non comunicati e per restituire ai cittadini fiducia nelle tempistiche e negli impegni assunti. E' stato altresì richiesto - conclude - al presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, di garantire l’attenzione politica necessaria a un progetto che impatta ogni giorno sulla vita di migliaia di pendolari.
Civita Castellana si prepara al Carnevale 2026: aperte le iscrizioni e richiesta di fondi al ...
CIVITA CASTELLANA - A Civita Castellana l’autunno profuma già di coriandoli e cartapesta. Anche se siamo solo a ottobre, la macchina organizzativa del Carnevale Civitonico 2026 è già in moto: sul sito istituzionale del Comune sono stati pubblicati i moduli di iscrizione per carri allegorici e gruppi mascherati, uno degli appuntamenti più attesi dell’anno nella Tuscia.
Chi desidera partecipare dovrà compilare i moduli in ogni loro parte e inviarli via email o PEC alla Fondazione Carnevale Civitonico entro il 31 ottobre 2025. Inoltre, entro dieci giorni dalla prima sfilata, dovrà essere presentato l’elenco completo dei partecipanti – massimo 15 per ogni gruppo – che sarà consegnato anche alle autorità di pubblica sicurezza.
Nel frattempo, il Comune ha confermato il patrocinio oneroso all’Istituto Superiore “Ulderico Midossi”, che anche quest’anno realizzerà il celebre “Puccio”, simbolo e protagonista del Carnevale civitonico. Gli studenti potranno lavorare al progetto nella sala Pablo Neruda, concessa gratuitamente fino al 18 febbraio.
Con un’ulteriore delibera, la Giunta comunale ha approvato la richiesta di un contributo economico di 82.381,77 euro al Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo, per coprire parte delle spese sostenute durante l’edizione 2025.
Un passo importante che conferma l’impegno dell’amministrazione nel sostenere una tradizione radicata e identitaria, capace ogni anno di unire arte, creatività e partecipazione popolare.
Civita Castellana, dunque, è pronta a rimettere in moto la sua anima festosa: il conto alla rovescia verso il Carnevale 2026 è ufficialmente iniziato.
Stop al parcheggio interrato, cambio di rotta per Piazza Martiri d'Ungheria
VITERBO - Per anni, Piazza Martiri d’Ungheria è stata il cuore pulsante – e congestionato – della città. Un grande spiazzo asfaltato a due passi dal centro storico, simbolo di un equilibrio mai semplice tra auto e vivibilità. Lì dove si immaginava di scavare un parcheggio sotterraneo, oggi il Comune ha scelto un’altra strada, con meno cemento, almeno sottoterra.
Il progetto, inserito nel programma PINQuA del PNRR all’interno della proposta “Cuciture Urbane”, nasceva infatti con l’idea di realizzare un’autorimessa interrata. Ma le indagini geologiche hanno raccontato un’altra verità: il sottosuolo della piazza, composto da terreni di riporto e materiali instabili, avrebbe richiesto fondazioni milionarie, raddoppiando i costi e mettendo a rischio l’intero finanziamento.
Per non perdere il treno dei fondi nazionali, l’amministrazione ha cambiato rotta. Niente più parcheggio sotterraneo; ma al suo posto, un piano di interventi tra centro e periferie, mantenendo il budget complessivo di 4,6 milioni di euro.
Cosa prevede il nuovo progetto
Piazza Martiri d’Ungheria sarà oggetto di una manutenzione straordinaria: pavimentazione più permeabile, inserimenti di alberature e arredi per ridurre l’isola di calore, ma senza aumento dei posti auto. La vera novità si sposta nei quartieri.
– Riello/Pilastro, zona Università-Tribunale: un grande parcheggio da 255 posti auto, 11 per moto e oltre 1.300 mq di verde.
– Santa Lucia (Strada Teverina): 42 posti auto con nuova sistemazione di marciapiedi e spazi di sicurezza.
– Santa Barbara, vicino al Campo Scuola: 54 posti e aree verdi di servizio.
– Viale Trento: 15 stalli auto e due per motocicli, con interventi di arredo urbano e illuminazione.
L’intero progetto sembra mirare a ridisegnare le abitudini di sosta dell’intera città. “Cuciture urbane” torna al suo significato originario: unire le zone, intervenendo dove i servizi mancavano.