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Nasce anche nella Tuscia il comitato per la remigrazione e la riconquista
VITERBO - Dopo l'annuncio della nascita del Comitato Nazionale per la Remigrazione e la Riconquista del 6 settembre ultimo scorso a Grosseto, il progetto politico ha preso corpo in questi giorni attraverso l'adesione dei primi 27 consiglieri comunali in tutta Italia.
Per Viterbo e la Tuscia primo a rispondere all'appello Jacopo Polidori, consigliere comunale a Vallerano: 'Non appena la proposta di legge verrà lanciata ufficialmente sono pronto a sottoscriverla, sarà un passaggio fondamentale che insieme agli altri primi firmatari intende coinvolgere le istituzioni di cui facciamo parte in una corretta informazione sulle ragioni e sulle modalità attraverso le quali si intende mettere a terra quello che è a tutti gli effetti un progetto di civiltà, l'unica possibilità di salvezza per le nostre città ed i nostri territori da un degrado ormai riscontrabile ovunque, frutto avvelenato delle dissennate politiche migratorie messe in campo negli anni dalla sinistra più ideologizzata d'Europa e benedette dai fruitori a vario titolo di manodopera a basso costo. Per questo - prosegue Polidori - sabato 18 ottobre il Comitato sarà presente dalle 16,30 in Corso Italia (angolo Suffragio) a Viterbo per il primo di una nuova serie di presidi informativi, preliminari all'inizio di una massiccia raccolta in tutta Italia delle firme che accompagneranno la proposta'
Sull'adesione del consigliere valleranese anche una nota di Luca Marsella, portavoce nazionale del Comitato: 'Esprimo grande soddisfazione per la notizia ed approfitto per ricordare come l'iniziativa sia propositiva e trasversale. Vogliamo che la Remigrazione entri nel dibattito politico locale e nazionale e non sia una parola tabù, l'auspicio è che presto altri consiglieri ed amministratori di altre realtà aderiscano e facciano propri i princìpi che la ispirano'
Civita Castellana nominata Città Europea dello Sport 2027
CIVITA CASTELLANA - 'Civita Castellana è stata ufficialmente nominata Città Europea dello Sport 2027, un riconoscimento prestigioso che premia l'impegno della comunità civitonica nella promozione dell'attività sportiva come strumento di salute, socialità ed educazione'. Così, in una nota, il consigliere regionale Giulio Zelli.
'Soprattutto in questi anni, grazie all'impegno della giunta comunale guidata dal sindaco Luca Giampieri nell'attuare politiche indirizzate alla promozione dello sport, Civita Castellana è stata riconosciuta dalla Federazione delle Capitali e delle Città Europee dello Sport come sede dell'edizione 2027. La presenza di strutture adeguate e l'ampia partecipazione della cittadinanza alle attività sportive - conclude Zelli - ha reso possibile raggiungere questo traguardo che riempie d'orgoglio l'intera provincia di Viterbo ed anche la Regione Lazio. Civita Castellana oggi è un modello d'esempio per tutti i Comuni e gli enti locali che lavorano per rendere lo sport accessibile, educativo e inclusivo'.
Viabilità di Bomarzo, riunione in Prefettura a Viterbo per gestire le criticità legate alle ...
BOMARZO - Si è tenuta ieri, 14 ottobre 2025, presso la Prefettura di Viterbo, una riunione dedicata alle criticità che interessano il Comune di Bomarzo in occasione delle chiusure dell’Autostrada A1 – nel tratto compreso tra i caselli di Attigliano e Orte – dovute sia a programmazioni per lavori sia a emergenze determinate da gravi incidenti. L’incontro è stato presieduto dal Prefetto di Viterbo, con la partecipazione del Sindaco di Bomarzo, della Provincia di Viterbo, della Polizia Stradale di Viterbo, della Polizia Provinciale, di ANAS e del V Tronco di Autostrade per l’Italia.
Nel corso della riunione è stata approfondita una problematica che, in particolare negli ultimi due anni, ha conosciuto un evidente aggravamento: nonostante la presenza di un divieto per i mezzi con carico superiore alle 10 tonnellate nel centro abitato di Bomarzo, in occasione delle chiusure autostradali numerosi mezzi pesanti continuano a attraversare il centro storico, ignorando la cartellonistica di divieto e le indicazioni presenti lungo i principali assi di adduzione.
Tale comportamento è occasionato dal fatto che la Strada Provinciale Bomarzese si presenta come un’alternativa sensibilmente più corta rispetto all’itinerario consigliato da Autostrade per l’Italia, che indirizza verso la SS 675 e la SS Umbro-Casentinese per il successivo rientro in A1 ai caselli di Orvieto o di Chiusi. Tuttavia, rilevanti sono allo stato le ricadute in termini di sicurezza della circolazione, tutela dell’incolumità pubblica e salvaguardia dell’integrità urbana. È stato, infatti, evidenziato come il centro abitato di Bomarzo, caratterizzato da un impianto viario di matrice rinascimentale, non consenta manovre ai mezzi di grande sagoma, con conseguente blocco del traffico locale, e, soprattutto, presenti alti profili di rischio di dissesto per la peculiare conformazione geologica dell’area.
Con questo obiettivo, i partecipanti hanno condiviso tre linee di intervento, da attuare secondo le rispettive competenze.
Autostrade per l’Italia si è impegnata a curare con maggiore dettaglio e continuità la comunicazione dei percorsi alternativi in caso di chiusura dell’A1 tra Attigliano e Orte, integrando in modo esplicito, sui propri canali informativi e lungo la rete, l’indicazione dell’esistenza del divieto di transito ai mezzi pesanti nel centro abitato di Bomarzo.
La Provincia di Viterbo, d’intesa con il Comune di Bomarzo, ha assunto l’impegno di valutare interventi di carattere strutturale finalizzati a impedire il transito dei mezzi pesanti verso il centro. In particolare, è stata ipotizzata la progettazione di una nuova rotatoria all’ingresso nord del centro abitato e l’installazione di dispositivi amovibili per il restringimento della carreggiata in modo da costituire una barriera selettiva che impedisca all’occorrenza l’accesso improprio dei veicoli pesanti.
Infine, le Forze di polizia, con il coordinamento del Centro Operativo per la Viabilità (COV) istituito presso la Prefettura di Viterbo, garantiranno, ove necessario, il filtraggio dei mezzi pesanti mediante il presidio dei nodi strategici della rete ordinaria. Tale presidio sarà modulato in relazione alla natura della chiusura autostradale (programmata o emergenziale) e alle previsioni di flusso segnalate in tempo reale.
In chiusura dei lavori, il Prefetto ha ringraziato tutti gli Enti per la disponibilità manifestata e ha sottolineato come l’azione intrapresa si inserisca in un più ampio percorso che la Prefettura sta conducendo per giungere, nel più breve tempo possibile, a una pianificazione capace di gestire con efficacia le situazioni di emergenza viabilistica sulle direttrici stradali strategiche della provincia, attenuandone gli impatti sulle comunità locali e sulle reti urbane più fragili.
Con spirito di piena collaborazione istituzionale, i partecipanti hanno ribadito l’impegno comune a pervenire a una soluzione definitiva della criticità che interessa Bomarzo, ponendo in essere, ciascuno per la parte di competenza, le misure oggi individuate e assicurando la partecipazione a un disegno di pianificazione coordinata delle emergenze di viabilità, orientato alla prevenzione, alla tutela del territorio e alla sicurezza degli utenti della strada.
Appalto rifiuti: la SEA ricorre al Consiglio di Stato
di Fabio Tornatore
VITERBO - La SEA - Servizi Economici Ambientali ricorre al Consiglio di Stato dopo l'affidamento dell'appalto dei rifiuti alla società Gesenu. Il Comune di Viterbo si costituisce dunque in giudizio per resistere all'ennesimo appello. La Sea chiede la sospensione degli effetti della sentenza del TAR che ha rigettato la richiesta di affidamento dell'appalto.
Nonostante l'affidamento, dopo anni, dell'appalto dei rifiuti in modo stabile e continuativo le acque turbolente del settore ambiente non accennano a calmarsi. La società SEA, che aveva inizialmente vinto l'appalto ma che poi era stata esclusa per una certificazione dell'Agenzia delle Entrate non conforme, poi rettificata dalla stessa Agenzia, si era vista scavalcare quindi dalla seconda clìassificata nella gara, la Gesenu.
La società quindi ha ricorso al TAR del Lazio nello scorso aprile, ma il tribunale Amministrativo Regionale ha rigettato la richiesta, condannandola anche alle spese, e il Comune ha definitivamente affidato il servizio.
Minori stranieri non accompagnati, il caso in Consiglio comunale
VITERBO – Immigrazione, sicurezza e fondi per il welfare sono stati al centro del Consiglio comunale che si è tenuto ieri, 14 ottobre, nella consueta sala di Palazzo dei Priori. Tra i temi più accesi emersi nel corso della seduta – anche al di fuori dell’ordine del giorno – la questione dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (MSNA), su cui la sindaca Chiara Frontini ha acceso i riflettori.
Durante il suo intervento, la sindaca ha fatto riferimento ad una recente riunione promossa dalla prefettura, dedicata al monitoraggio di “Area vasta” per la sicurezza e l’immigrazione.
Ma è stato proprio quest’ultimo tema e, in particolare, della gestione dei minori stranieri non accompagnati, a catalizzare il dibattito. “Attualmente – ha spiegato Frontini – il Comune anticipa circa 400mila euro per 18 minori non accompagnati. Si tratta di un carico insostenibile per le casse municipali. Auspico un intervento deciso della politica per risolvere questa criticità”.
A prendere la parola è stata poi la capogruppo di Fratelli d’Italia, Laura Allegrini. “Il fondo per i minori non accompagnati nasce nel 2015 e oggi ammonta a circa 130 milioni di euro. Ma il problema è a monte: bisogna fermare questi giovani prima che arrivino in Italia. Una volta qui, non si può fare a meno di assisterli, e i Comuni ne pagano il prezzo”.
Diversa la posizione della consigliera del Partito Democratico, Lina Delle Monache, che ha richiamato l’attenzione sulla normativa vigente, sottolineando come i Comuni non dovrebbero sostenere economicamente l’accoglienza, secondo quanto stabilito dalla legge.
“Il Decreto Legislativo del 18 agosto 2015, n. 142 – ha spiegato – afferma chiaramente che l’accoglienza dei minori non accompagnati non deve comportare oneri a carico dei Comuni. È il Fondo nazionale a dover coprire questi costi. La legge-quadro del 8 novembre 2000, n. 328, all'articolo 6, comma 4, stabilisce la responsabilità del Comune di residenza per l'integrazione economica dei soggetti ricoverati in strutture residenziali. Se il minore non è registrato, la competenza si valuta in base al luogo di interessi principali. Inoltre, il nuovo D.P.R. n.231 del 2023 prevede che i contributi vengano erogati trimestralmente attraverso le Prefetture. A partire dal 1° gennaio 2023, l'importo giornaliero è stato aumentato a €100,00 IVA inclusa. Il problema è che questi fondi, pur essendo previsti, non vengono effettivamente trasferiti”.
I Comuni avrebbero quindi l'obbligo di organizzare i servizi di accoglienza, ma come si può notare con la legge n.142 l'accoglienza dei minori non deve comportare oneri a carico dei Comuni. Il Fondo Nazionale per l'accoglienza dei Minori Stranieri non Accompagnati finanzia i costi sostenuti dai Comuni per il servigio di accoglienza. Le risorse del Fondo non sono un rimborso delle spese sostenute dai Comuni, ma un contributo per prestazioni già erogate. Il contributo mira a supportare i Comuni nel garantire l'accoglienza in strutture autorizzate o tramite affido familiare, secondo quanto previsto dalla legge.
Secondo Delle Monache inoltre, “i Comuni si trovano a gestire un’emergenza sociale con risorse insufficienti. Il momento storico che stiamo vivendo vede emergere nuove povertà, famiglie italiane in difficoltà, anziani fragili che necessitano di assistenza. Se da un lato si richiedono sempre più interventi da parte dei servizi sociali, dall’altro lo Stato e molte Regioni tagliano o ritardano l’erogazione dei fondi”.
La questione, dunque, rimane aperta e destinata a far discutere. Mentre i Comuni anticipano fondi in attesa di rimborsi che spesso non arrivano, resta il nodo di una gestione più equa ed efficiente delle politiche migratorie e sociali, in un contesto che rischia di mettere in crisi l’intero sistema di welfare locale.
Nepi, a breve la riapertura del ponte
NEPI - Sta per essere portato a compimento un altro importante progetto volto a migliorare la viabilità nella città delle acque minerali. I lavori per l'apertura del secondo arco sotto il ponte nuovo sono in dirittura di arrivo. Nei giorni scorsi il primo cittadino Franco Vita ha annunciato che sono in corso le ultime formalità per il collaudo del ponte: 'Il transito alle auto nella parte superiore - dichiara - verrà aperto non appena ci verrà rimessa tutta la documentazione relativa al collaudo con esito positivo di oggi (ieri ndr)'.
Contestualmente è previsto anche lo spostamento in avanti, in prossimità degli archi, della mini rotatoria situata all'altezza dell’Agri Center. Un'operazione che, secondo i piani del Comune, avverrà nelle ore notturne già dai prossimi giorni. Il tutto per ottimizzare e alleggerire la viabilità in una delle strade più trafficate di Nepi. In questa ottica verrà valutato anche un percorso alternativo per i mezzi pesanti che andranno ad immettersi sulla Selciatella anziché attraversare il centro abitato
L'opera, costata circa 900mila euro con finanziamenti statali, chiude il capitolo su uno dei più importanti e sostanziosi interventi strutturali riguardanti la viabilità cittadina, iniziati con la costruzione e realizzazione di cinque rotatorie (zona industriale, incrocio nepesina-sutrina, località Colonnetta, incrocio Cimina-Sutrina e localtà Gabelletta) e tutt'ora in fase di completamento con la realizzazione del sottopasso di via Roma, che sta per essere inaugurato, e la costruzione del parcheggio del Cucciolo che consentirà la sosta
a circa 40 auto: 'Quella porzione di centro storico - ha specificato infine il sindaco - è stata da sempre carente di parcheggi, le auto parcheggiate lungo le strade creavano difficoltà al traffico. L'intera area restituirà uno spazio da cui i nepesini potranno ammirare la bellezza delle forre seppur con la presenza di auto'.
Furti a San Martino, occhi su una chat di quartiere: si parla di ronde e armi
VITERBO – Prima sono arrivati i furti, poi la paura. E a San Martino Al Cimino, quella paura si è trasformata in qualcosa di nuovo. Un gruppo WhatsApp, nato come semplice controllo di vicinato, ha raccolto quasi 400 membri. Doveva essere uno spazio di collaborazione, un modo per condividere segnalazioni e proteggere il quartiere. Ma col tempo, quel gruppo è diventato il riflesso di una tensione che rischia di sfuggire di mano: tra messaggi d’allarme, inviti a “ronde” e, in alcuni casi, parole che evocano addirittura armi e cacce a… cinghiali.
È qui che la sicurezza smette di essere una questione di protezione e diventa un terreno fragile, dove l’ansia può trasformarsi in rabbia.
Non si parla più solo di furti “Ho preso coscienza della situazione lo scorso inverno – spiega Laura Allegrini, capogruppo Fratelli D’Italia – e di come a San Martino sia nato un gruppo di quasi 400 persone che, pur con buone intenzioni, rischia di confondere il controllo di vicinato con il fai-da-te sulla sicurezza. Si è perfino parlato di mappe e telecamere private, mentre l’unica telecamera comunale lì presente, al momento, non funziona. Qui non servono sceriffi, ma presenza vera: un presidio fisso, magari con un vigile urbano dedicato, non visite sporadiche”.
Un messaggio questo, condiviso anche da consiglieri di maggioranza, come Gabriele Gnignera, che richiama alla responsabilità collettiva “Questa escalation non nasce oggi. Da mesi, su quella chat, circola di tutto: paura, accuse, perfino idee per ‘ronde’. Ma chi partecipa sembra dimenticare a chi spettano certi poteri. Servono Prefetto e Forze dell’Ordine, non surrogati digitali. Le telecamere? Sì, utili. Ma solo come parte di un piano, non come risposta emotiva”.
Esempio di messaggi che possono essere un campanello d'allarme funzionante, se ben gestito:
🛑 attenzione🛑 Volevo segnalarvi nei prossimi due video, che posto di seguito, un nuovo metodo di segnalazione di “case appettibili” e dei relativi punti deboli delle stesse. Siccome alla riunione da Balletti della scorsa settimana mi era stato detto che il foglio dei segnali sui citofoni degli zingari era ormai una cosa datata “anni ‘80”. Mi sono un po’ informato sull’evoluzione di questo tipo di segnaletica dei ladri. Quello che sto per descrivervi NON si vede la sera ad occhio nudo, si può notare molto bene però con una lampada a raggi uv (reperibile su amazon a una decina di euro). Di giorno basta fare un pochino di attenzione. ⚠️ Occhi aperti! 👀'🛑attenzione🛑Volevo segnalarvi nei prossimi due video, che posto di seguito, un nuovo metodo di segnalazione di “case appettibili” e dei relativi punti deboli delle stesse. Siccome alla riunione da Balletti della scorsa settimana mi era stato detto che il foglio dei segnali sui citofoni degli zingari era ormai una cosa datata “anni ‘80”. Mi sono un po’ informato sull’evoluzione di questo tipo di segnaletica dei ladri. Quello che sto per descrivervi NON si vede la sera ad occhio nudo, si può notare molto bene però con una lampada a raggi uv (reperibile su amazon a una decina di euro). Di giorno basta fare un pochino di attenzione. ⚠️ Occhi aperti! 👀' con annesso relativo link per l'acquisto della torcia UV.
Un altro punto di vista arriva dalla consigliera PD Lina Delle Monache, mettendo in luce un altro rischio: quello dei toni, delle parole che superano il limite. “In quella chat – spiega – sono emerse frasi pericolose, che richiamano alla ‘giustizia personale’, al farsi giustizia da soli. Comprendo la paura, ma non può diventare licenza. La sicurezza non si garantisce con minacce virtuali, ma con presenze reali: servirebbe un vigile fisso, anche poche ore al giorno, che giri tra San Martino e le campagne”.
Esempio di messaggio che invece aumenta la tensione:
'Furgone bianco sospetto in piazza donna olimpia con dentro due persone non italiane il guidatore con berretto visto da mia sorella targa xxxx ultime lettere non le ricorda quando hanno visto che lei li osservava sono andati via verso Tobia' o ancora ' Questi ne sanno una più del Diavolo... è assurdo tutto questo... Complimenti @Numero sconosciuto e @Numero sconosciuto bel lavoro! Sempre sul pezzo 😉 Occhi aperti mi raccomando gente!!'
Il richiamo, forse più forte, è quello del consigliere di maggioranza Umberto Di Fusco “Gruppi del genere possono essere utili, se usati con misura. Un campanello d’allarme, non una camera dell’eco. Ma oggi, troppo spesso, quella chat amplifica la paura più della minaccia. Non possiamo tollerare chi parla di fucili, chi evoca cacce, come se il pericolo autorizzasse tutto. Le istituzioni non vanno sostituite: vanno affiancate, rispettate”.
La sicurezza non si tappa con un messaggio in chat, e non si imbraccia con un fucile citato tra i puntini.
O sarà giustizia, o sarà caos.